Come sopravvivere all'adolescenza?
Aggiornamento: 6 nov 2021
"Fabio non ricorda granché di quella sera. Era molto contento di andare alla
festa di 18 anni di un suo caro amico, soprattutto per due ragioni: ancora quindicenne,
era stato invitato a partecipare ad un evento “da grandi”, la festa in piscina,
e poi aveva la possibilità di stare finalmente con Sara, la sua ragazza, per una sera
intera senza le sue amiche “fra i piedi”. Non poteva immaginare, però, che Sara,
ad un certo punto, indispettita dal comportamento di Fabio che scherzava con alcune
ragazze più grandi, andasse via dalla festa, molto prima della fine e senza aspettarlo.
La rabbia provata da Fabio, per aver subito un affronto così forte, unita al
senso di umiliazione e alla vergogna provata davanti agli amici “più grandi”, al
timore di perderla e alla paura di averla ferita, lo spinsero ad agire in un solo
modo: andare via dalla festa e cercare Sara per chiarire l’accaduto. E mentre in
scooter ripercorreva la strada seguita all’andata (l’unica che conosceva Sara per
tornare indietro), affrontando anche certi tratti contromano, provava a chiamarla
ripetutamente al telefono e le scriveva messaggi, urlando per tutto il tragitto e
piangendo disperatamente. Tutto questo, fino a quando un’auto lo investì e si
ritrovò in ospedale".
Storie simili a questa se ne sentono e vivono ogni giorno e alimentano le preoccupazioni circa questo strano, caotico, difficile periodo della vita che è l'adolescenza.
Ammettiamolo... tutti noi abbiamo un'idea dell'adolescenza come di un' "età difficile e tempestosa".... ogni scatto d'ira, ogni errore, ogni nervosismo di nostro figlio lo giustifichiamo con "E' l'adolescenza"!!!
Come genitori siamo sempre un pò preoccupati, come non-genitori guardiamo a questa età con nostalgia, un pizzico di invidia e spesso con giudizio ed esasperazione... è facile criticare un giovane adolescente, più facile di quanto pensiamo.
La verità è che l'adolescenza è una fase "critica" ma critica non vuol dire tumultuosa, difficile, straziante.... vuol dire: intensa, ricca di cambiamenti sia per il giovane che per la sua famiglia, non necessariamente difficile e ingestibile.
Cerchiamo di capire cos'è l'adolescenza e perché ci preoccupa tanto.
L'adolescenza è una scoperta personale durante la quale ogni soggetto è impegnato in una esperienza, quella di vivere in un problema: quello di esistere (D. Winnicott)
L'adolescenza è una lunga fase di scoperta caratterizzata da numerosi cambiamenti somatici e psichici e che porta ad un assetto nuovo ed originale: l'essere adulto.
Tuttavia questo "assetto nuovo ed originale" può essere causa di turbamenti: l'adolescente vive un momento di crisi in cui si sente spinto verso l'autonomia e l'indipendenza ma al contempo cerca ancora protezione e conforto.
La Selener (1991) afferma che l'adolescente deve affrontare 3 fondamentali processi di lutto:
lutto per i genitori idealizzati nell'infanzia: lo sviluppo cognitivo del ragazzo lo porta a conoscere realmente i suoi genitori come persone, non eroi, con difetti, limiti e debolezze.
lutto del corpo infantile: il corpo cambia verso un corpo adulto. Questo è spesso il motivo per cui gli adolescenti non si sentono a proprio agio nel proprio corpo: non si sentono bambini ma nemmeno adulti, avvertono spinte ormonali, sessuali diverse e intense alle quali non sanno dare un senso e questo spiega anche la loro eccessiva attenzione al corpo, la vergogna, l'impaccio e la goffaggine nei movimenti.
lutto della propria identità e del proprio ruolo nel mondo infantile: sentono che stanno abbandonando le certezze della loro infanzia, i giochi e le fantasie verso una nuova identità, quella dell'adulto. Viene richiesto loro di comportarsi in maniera adeguata e spesso questo può portare ad instabilità, perplessità e ansia se non c'è un dialogo aperto tra adulto e ragazzo.
Tutto questo genera ovviamente instabilità e confusione.
Con lo sviluppo puberale l'adolescente non si sente più padrone del proprio corpo: cambiano le dimensioni, la forma e le sensazioni. E' il corpo che comanda, che si impone alla mente: l'adolescente deve adeguarsi in fretta a tali cambiamenti ma non è un processo facile. Si può passare dall'accettazione al rifiuto del cambiamento, con conseguenze importanti sulla qualità di vita del giovane e della sua famiglia.
L'adolescente e il tempo.
Tutti questi cambiamenti, soprattutto fisici, portano l'adolescente a confrontarsi necessariamente con la percezione del tempo: il corpo cresce, cambia e dove ci porterà? alla morte? alla vita? a ostacoli?
Crescere significa vivere oppure avvicinarsi alla morte?
Sembrano discorsi assurdi eppure l'adolescente, più o meno consapevolmente comincia a confrontarsi col concetto di "tempo che passa" e di morte.... Con la paura di ciò che potrà trovare andando avanti, le responsabilità, la solitudine, i problemi da affrontare.
L'adolescente inizia a capire che deve prendere le distanze dal mondo protetto e ovattato dell'infanzia e questo genera angosce e difese.
Spesso non riescono a comunicare le loro angosce e quindi si difendono dietro un atteggiamento "spavaldo", "irruento", "cinico" oppure "regressivo", "dipendente" e "infantile" e tutto questo esaspera genitori e familiari che non comprendono fino in fondo i motivi degli atteggiamenti e della chiusura del ragazzo.
E' invece importante capire che, semplicemente non hanno gli strumenti per comunicare tutto il tumulto che vivono dentro, anche perché spesso non ne sono consapevoli pienamente.
Ciò che possiamo fare in questi casi è: DIALOGARE, ASCOLTARE SENZA GIUDIZIO, ACCETTARE CIO' CHE SENTONO ANCHE SE A NOI SEMBRA STUPIDO, CERCARE DI COMUNICARE SU UN PIANO DI PARITA'.
L'irruenza tipica dell'adolescenza ha una motivazione biologica.
L’adolescenza è caratterizzata da un rafforzamento della ricerca di sensazioni forti, da un controllo degli impulsi ancora non maturo e da una maggiore propensione al rischio. Quando l’adolescente è in uno stato di alterazione, eccitazione o stanchezza le sue capacità di autocontrollo sono molto meno efficaci rispetto a quelle degli adulti, e questo a causa del fatto che alcune delle abilità su cui si esercita l’autocontrollo non sono ancora del tutto consolidate (Steinberg et al., 2009).
E' vero che l'adolescente è impulsivo, irresponsabile, facilmente influenzabile? sì... e la risposta sta nella biologia. Alla base dei comportamenti impulsivi ritenuti tipici dell'adolescenza vi sono precisi meccanismi neurologici che è utile conoscere per evitare di stigmatizzare i giovani e affrontare al meglio questa delicata ma ricca fase di vita.
Alla fine dell’infanzia, la materia grigia del cervello è ricca di neuroni e sinapsi che sono però disordinate ed in eccesso; la potatura sinaptica (pruning) rimuove circa la metà delle sinapsi entro la fine dell’adolescenza, rafforzando i circuiti maggiormente attivati, ed eliminando quelli poco usati.
La riduzione delle connessioni nervose migliora l’efficienza delle funzioni cognitive ed affettive. Inoltre, si sviluppa la sostanza bianca, mielinizzando gli assoni per migliorare la conduttività neurale: la quantità di mielina infatti quasi raddoppia.
Tutto ciò è alla base di un incremento delle funzioni cognitive e quindi della "maturazione" della persona.
Il cervello dell'adolescente è estremamente plastico, ma proprio per questo anche più vulnerabile ai fattori di rischio (traumi, stress, sostanze psicotrope come droghe e alcool).
Nell'adolescenza il sistema meso-limbico, il sistema neuro-anatomico della "ricompensa e della gratificazione"(in cui gioca un ruolo centrale il nucleus accumbens) è assai sviluppato; mentre la corteccia prefrontale, responsabile delle funzioni di controllo, monitoraggio, inibizione degli impulsi è meno sviluppata ed ecco perché gli adolescenti sono sempre alla ricerca di sensazioni forti e sembrano incapaci di auto-regolarsi.
Dunque come aiutiamo un adolescente a gestirsi e comportarsi responsabilmente?
Diverse ricerche hanno dimostrato che gli adolescenti sembrano essere capaci di controllarsi come gli adulti, se non addirittura più degli adulti, quando sono a conoscenza di un premio a seguito della loro buona condotta (proprio per il ruolo attivo del centro della ricompensa e della gratificazione).
Quindi, l’uso intelligente delle ricompense può prevenire la ricerca del piacere nelle sostanze, o nelle abitudini poco sane, promuovendo anche la capacità di controllo.
Stimolare il giovane alla pratica sportiva, artistica o ricreativa, in armonia con le sue attitudini, lasciare che il ragazzo/a possa scoprire e seguire le proprie passioni è fondamentale per aiutarlo/a ad auto-regolarsi ed accettarsi, prevenendo il rischio di comportamenti pericolosi ed impulsivi e gettando le basi per un rapporto sano, di fiducia e stima reciproche.
L'adolescenza e la regolazione emotiva.
Per REGOLAZIONE EMOTIVA si intende la capacità di regolare le proprie emozioni, sia positive che negative, attenuandole, intensificandole o addirittura mantenendole, in base al contesto e alle proprie caratteristiche personali. E' un vero e proprio set di abilità cognitive, comportamentali e affettive.
Saper regolare le emozioni significa anche inibirle, dissimularle in base alla situazione (ad esempio evitare di mostrare delusione per aver ricevuto un regalo indesiderato, oppure evitare di ridere ad un funerale o nel ricevere una brutta notizia...).
Per un adolescente, in preda ad intensi e repentini mutamenti emotivi (complice anche lo sviluppo ormonale) è più difficile regolare le proprie emozioni e di conseguenza il proprio comportamento. Anche per quanto scritto sopra, e cioè per il fatto che la corteccia prefrontale (centrale nella regolazione emotiva) non è ancora del tutto sviluppata.
Per questi motivi è necessario porsi come punti di riferimento per un adolescente, mostrandosi comprensivi, flessibili ma fermi. Come genitori non siamo loro amici ma un porto sicuro. Come non- genitori siamo degli esempi.
In conclusione, per "sopravvivere" all'adolescenza possiamo innanzitutto ricordarci che anche noi lo siamo stati; ma evitare di imporre le proprie esperienze e i propri sentimenti perché i nostri figli sono DIVERSI DA NOI! Possiamo provare a "sospendere il giudizio", semplicemente ascoltare i giovani senza essere influenzati dalle proprie convinzioni. L'atteggiamento di "sospensione del giudizio" ci permette di metterci nella giusta predisposizione emotiva per comprendere cosa realmente sentono dentro i ragazzi, cosa li preoccupa, cosa li eccita, cosa desiderano e cosa non sopportano.
Flessibilità, apertura, dialogo le parole chiave ma è fondamentale porsi sempre come punti di riferimento, prestando attenzione a cambiamenti anomali nell'umore, nelle abitudini, nelle relazioni dei ragazzi. In pratica, evitare divieti, imposizioni, controlli da "corpo militare" ma restare comunque vigili e attenti. Questo significa accompagnare l'adolescente lungo il cammino di scoperta e maturazione, restando al suo fianco, lasciandolo sbagliare, ascoltandolo e comunicando senza pregiudizi e preconcetti ma in un clima emotivo di apertura ed interesse.
I due grandi problemi dell'adolescenza sono: trovarsi un posto nella società e, allo stesso tempo, trovare se stessi (B. Bettelheim)
