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Comunicazione Emozionale: Quando un sorriso ci fa sentire al sicuro



"L’umanità ha sempre barattato un po' di felicità per un po' di sicurezza".

Sigmund Freud


Fin dal primo battito del nostro cuore l’istinto di vita è quella spinta atavica che ci permette di crescere, interagire, conoscere e adattarci all’ambiente circostante. Il meccanismo attraverso il quale esperiamo funzioni, comportamenti ed emozioni è rappresentato dal sistema nervoso autonomo, una vera e propria centrale elettrica operativa deputata a raccogliere gli input provenienti dall’ambiente e dal sistema nervoso centrale e a rielaborarli attraverso due canali:

  1. Il sistema nervoso simpatico, responsabile dei meccanismi di attivazione, attacco e fuga;

  2. Il sistema parasimpatico, volto alla regolazione e all’autoconservazione.

Sebbene possa sembrare complesso, in realtà questo gioco di equilibri è alla base delle nostre funzioni quotidiane; un esempio evidente è dato dal nostro respiro. Quando inspiriamo si attiva il simpatico, il cuore pompa più velocemente, i polmoni si espandono, il flusso sanguigno è più rapido; durante l’espirazione i battiti del cuore e la pressione si rallentano, i bronchioli si contraggono ed il corpo ritorna alla sua posizione di riposo e recupero; così come una respirazione superficiale toracica attiva il simpatico, viceversa una respirazione diaframmatica più profonda e rilassata coinvolge il parasimpatico.

Dal punto di vista evolutivo l’attivazione del sistema simpatico è programmata da sempre per rispondere efficacemente agli attacchi dall’esterno, come se fosse un meccanismo di difesa che è in grado di far scattare l’allarme interno per predisporre l’individuo a fuggire dal pericolo, o attaccare per difendersi. La reazione fisiologica si manifesta con una serie di scariche di adrenalina noradrenalina e cortisolo che nel corpo si traducono con sensazioni fisiche relative a:

· aumento del battito cardiaco;

· respirazione più superficiale;

· alterazione del colorito del viso;

· pupille dilatate;

· tremore diffuso;

· sensazione di freddo.


Questi segnali provenienti dal corpo esplicano una funzione comunicativa molto chiara, ovvero “METTERSI IN SALVO”; tuttavia se lo stato di iperattivazione continua a mantenersi oltre il necessario, reiterandosi nel tempo, la sua funzione principale perderà di significato e diventerà disfunzionale. Il corpo scivolerà in uno stato cronicizzato di stress, ansia, fobie e preoccupazioni costanti che limiteranno o addirittura invalideranno l’esperienza personale di vita . Se per convenzione il sistema nervoso autonomo fino a poco tempo fa era stato conosciuto secondo la suddivisione dicotomica, sistema simpatico e parasimpatico, nel 1994 un illustre ricercatore statunitense Stephen Porges, presentando la sua teoria al mondo scientifico, scopre che, in realtà all'interno del sistema parasimpatico, il nervo vago, questa misteriosa via nervosa, abbia una duplice funzione. Il dott. Porges individua inaspettatamente uno tra i sistemi più sofisticati che può rappresentare una garanzia di sicurezza ma allo stesso tempo anche di pericolo: Il Sistema Polivagale.


Questo strano sconosciuto: il Nervo Vago

Il nervo vago è il decimo nervo cranico, che connette il cervello, i polmoni, il cuore, lo stomaco e l'intestino. Apparentemente unico, in realtà è composto da due radici di cui:

- la prima superiore anche detta ventrovagale, in cui afferiscono i muscoli del volto, della faringe e del cuore; pertanto influenzando la respirazione, l’espressione del volto ed il tono di voce permette la comunicazione emozionale ;

-la seconda inferiore, chiamata dorsovagale, coinvolgendo gli organi viscerali è responsabile delle loro funzioni omeostatiche.


Come reagiamo davanti al pericolo?


L’uomo, essendo un animale sociale, è naturalmente predisposto ad interagire con altri individui. L’esistenza di rapporti affettivi, stabili, ed equilibrati è un requisito fondamentale per la costituzione ed il mantenimento del nostro stato di benessere. Facendo riferimento agli studi di Ekman e Friesen sulle micro-espressioni collegate alle emozioni, Porges afferma che la percezione di sicurezza e protezione è qualcosa che si trasmette già a livello visivo, infatti se osserviamo qualcuno con simpatia, disponibilità, accoglienza, i muscoli del nostro volto si “apriranno” in un espressione di fiducia verso l’altro, viceversa un espressione corrucciata, uno sguardo pungente, le labbra contratte dicono l’esatto opposto rispetto a ciò che ci sta comunicando il nostro interlocutore. Un esempio concreto di comunicazione disfunzionale è legata al concetto di “doppio legame" descritto da Gregory Bateson, esponente della scuola di pragmatica di Palo Alto. L’antropologo britannico studiando gli effetti della comunicazione, ha constatato che quando comunichiamo una informazione verbale, se l’espressione emotiva, il tono di voce, la postura (il non verbale) non sono coerenti, si dà vita ad un messaggio contraddittorio,ovvero una comunicazione paradossale.

Questo stile di comunicazione è molto frequente soprattutto in coloro che riportando difficoltà nel regolare le proprie emozioni e tentando di sopprimere gli stati interni negativi, comunicano un messaggio altamente impattante e destabilizzante, se questo poi avviene tra il bambino e il suo caregiver, dove il genitore e' un modello di apprendimento per il proprio figlio, si comprende bene quanto possa essere deleterio per la costituzione del suo Sé.


La teoria Polivagale di Porges, ponendo l’attenzione sul senso di protezione, necessario al mantenimento del benessere, approfondisce la tridimensionalità relazionale:

  • La presenza di una relazione armonica, avviando il sistema parasimpatico ventrovegale, trasmette un alto senso di sicurezza e predispone all’interazione sociale.

  • La minaccia di pericolo, attivata dal sistema simpatico, disattiva la via ventrovegale lasciando emergere ostilità e diffidenza verso gli altri.

  • Il vissuto traumatico pregnante di terrore ed impotenza davanti al pericolo, innescando la via dorsovagale ,spegne la coscienza e dissocia il corpo per permetterci di allontanarci dal dolore.

Emozioni positive come elisir di lungavita

Dall'analisi della teoria polivagale del dr. Porges emerge quanto sia indispensabile la conoscenza delle proprie emozioni e la loro legittimazione. Ricevere interazioni positive ed autentiche, esprimersi sinceramente, agire in maniera chiara e coerente, ci fa stare bene poiché disattivando i meccanismi nervosi del sistema simpatico che inducono a diffidare del prossimo, ad aver paura degli eventi, a percepire costantemente la sensazione di paura e di pericolo attorno a noi, riusciamo a rieducare il nostro sistema nervoso, a reagire coerentemente ed efficacemente dinanzi agli eventi della vita, ma soprattutto ad essere in armonia con noi stessi e con gli altri.



Bibliografia:

Porges S. (2014) “La teoria poliva gale. Fondamenti neurofisiologici delle emozioni, dell’attaccamento, della comunicazione e dell’autoregolazione”. Giovanni Fioriti editore.

Tiziano Possamai (2009), “Dove il pensiero esita. Gregory Bateson e il doppio vincolo”. Ombre corte.

Scognamiglio R.M. (2016), “Psicologia psicosomatica”. Franco Angeli editore.

Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio.

Van der kolk B.(2015) “Il corpo accusa il colpo”. Raffaello Cortina editore.

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