Cosa dovresti sapere quando inviti per le feste qualcuno che soffre

I periodi di feste, soprattutto quelle natalizie, possono essere emotivamente molto pesanti e destabilizzanti per le persone che stanno combattendo con una depressione o che stanno attraversando un lutto importante. Infatti, l’interruzione della normale routine lavorativa a causa delle ferie può spalancare le porte a intere giornate di tempo libero che viene percepito come un vuoto terrorizzante nel quale può risuonare tutto il loro dolore e il clima generale di gioia al limite dell’ostentazione può risultare irritante perché cozza drammaticamente con il loro vissuto interiore. Ancora, le aumentate occasioni di incontro con amici e parenti possono farli sentire soverchiati di richieste e di obblighi sociali che non si sentono in grado di gestire, perché la tendenza durante la depressione o il lutto è quella di isolarsi, preferendo una solitudine sebbene dolorosa perché meno faticosa di quella solitudine amplificata che comunque si sente anche circondati da persone. Inoltre, per chi ha subito un lutto, le occasioni come festività, compleanni e anniversari possono tipicamente fungere da trigger emotivi rendendo ancora più dolorosamente evidente la mancanza della persona scomparsa e scatenando ondate di sofferenza acuta anche dopo lungo tempo dopo la perdita.
Se durante le prossime festività hai in programma di invitare una persona che sai trovarsi in una situazione del genere, può essere utile usare alcuni accorgimenti per prenderti cura al meglio del tuo ospite:
Lasciala libera di decidere: quando inviti questa persona per un pranzo o un party natalizio o per la serata di San Silvestro, comunicale che saresti felice di averla come ospite ma che ugualmente puoi comprendere se non se la sentisse;
Lasciala libera di cambiare idea: comunicale che l’invito è sempre valido e che è libera di cambiare idea, anche più volte e fino all’ultimo momento sul partecipare o meno;
Lasciala libera di essere: dille chiaramente che, qualora decidesse di partecipare, sarà benvenuto insieme a lei qualunque stato d’animo stia vivendo, che se non sarà allegra non dovrà ostentare un’allegria che non prova, che se non vorrà parlare, soprattutto di ciò che la affligge, o partecipare a giochi potrà semplicemente stare nel momento, apprezzando la presenza degli altri;
Lasciala libera di andarsene: spiegale che, qualora in qualunque momento si sentisse sopraffatta e volesse andarsene o prendersi del tempo in solitudine fuori o in un’altra stanza, sarà libera di farlo;
Lasciala libera di chiedere: chiedile se c’è qualcosa che puoi fare e che non hai considerato e che possa metterla più a suo agio;
Lasciala libera di fare l’esperienza: se decide di accettare il tuo invito, non farla sentire sotto osservazione trattandola in maniera diversa dagli altri ospiti, non raccontare agli altri presenti quello che sta vivendo se non è lei a decidere di metterli al corrente, non continuare a chiederle come sta e a monitorare il suo stato.

Quando inviti per le festività una persona che soffre, quindi, sii pronto/a ad invitare anche la sua sofferenza o il suo lutto.
In questo modo le farai sentire una presenza amica, accogliente e non giudicante, alla quale può ricorrere se necessita in libertà.
Cercare di costringere una persona che soffre a svagarsi, divertirsi e ostentare spensieratezza e gioia quando dentro di sé prova un vuoto doloroso, nell’illusione di “farla distrarre”, contrariamente a quanto si possa pensare non la aiuta ma anzi le richiede uno sforzo enorme e a volte insostenibile che quindi facilita l’evitamento e la fuga. È solo facendola sentire accolta insieme al suo dolore che può aprirsi la possibilità per lei di percepire un calore nel quale, magari, senza che se lo aspetti, possono affacciarsi emozioni di gioia e gratitudine, senso di comunione e persino qualche spontanea risata, seppure nel dolore.

Consiglio di lettura: Horowitz M., Grieving as well as possible, Sausalito, Greyhawk Publishing, 2010