I prerequisiti della lettura. Cosa dobbiamo osservare e potenziare nei bambini?

I prerequisiti dell'apprendimento sono un insieme di abilità percettive, cognitive e motorie indispensabili per imparare a leggere, scrivere e fare calcoli.
Come genitori ed insegnanti è importante conoscere tali prerequisiti per individuare eventuali difficoltà ed intervenire in maniera mirata ed efficace, limitando il rischio di stressare il bambino con delle richieste eccessive per le sue capacità e caratteristiche.
Perché è importante conoscere i prerequisiti dell'apprendimento?
Come insegnanti, educatori e genitori, può essere importante saper riconoscere segnali di fragilità nei processi di apprendimento di un bambino.
E' fondamentale che i percorsi didattici tengano conto delle diverse tappe di sviluppo cognitivo e delle differenze tra i bambini. Sappiamo che ogni bambino ha i suoi tempi, le sue caratteristiche e le sue strategie ed è fondamentale valorizzare le differenze individuali ma è altrettanto importante saper riconoscere le difficoltà.
Già dalla scuola dell'infanzia è necessario implementare percorsi dedicati ai prerequisiti dell'apprendimento, sia per preparare i bambini al percorso scolastico, sia per individuare precocemente eventuali fragilità ed intervenire per limitarne la portata.
Quali sono i prerequisiti della lettura?

Mentre lo sviluppo del linguaggio è su base innata e spontanea, quello delle abilità strumentali di lettura, scrittura e calcolo, richiede l'esercizio e l'impegno del bambino e può avvenire gradualmente grazie all'insegnamento.
Solitamente l'apprendimento della lettura e della scrittura avviene già in età prescolare (primi 5 anni di vita), inizialmente in ambito familiare: il bimbo cerca di imitare la scrittura e la lettura dei genitori o dei fratelli maggiori, proseguendo poi con i coetanei nella scuola dell'infanzia.
In ambito extra-scolastico il bambino si cimenta prima nella lettura e poi nella scrittura.
Imparare a leggere è un processo lento e complesso che culmina con l'automatizzazione dei meccanismi di lettura. Fino alla seconda elementare è normale riscontrare disomogeneità tra i bambini, mentre da questo momento in poi ci si aspetta il raggiungimento di un certo livello di acquisizione delle abilità di lettura.
La valutazione dei prerequisiti della lettura prima dei 7 anni di età permette di individuare i bambini con difficoltà ed intervenire didatticamente per aiutarli a recuperare.
La figura dell'insegnante è fondamentale per l'individuazione precoce di fragilità nel percorso di apprendimento di un bambino e per l'implementazione di percorsi di potenziamento e recupero. Dunque cerchiamo di capire cosa dobbiamo osservare nei bambini.
Galliani e Ferrara (2015) ci descrivono i prerequisiti della lettura:
Consapevolezza fonologica: è la capacità di riconoscere, analizzare ed usare i suoni della lingua. E' ritenuto il prerequisito principale per l'apprendimento della lettura e della scrittura nelle lingue trasparenti, come l'italiano. Le lingue trasparenti sono lingue nelle quali ad ogni lettera o sillaba corrisponde un solo suono; mentre nelle lingue opache, come l'inglese, ad ogni lettera o sillaba possono corrispondere più suoni diversi (il che rende molto complicato l'apprendimento, soprattutto in caso di DSA).
Discriminazione visiva: è la capacità di riconoscere i grafemi (cioè le le singole lettere) e di distinguerli tra loro e da altri simboli (ad esempio i numeri) in base alle loro caratteristiche basilari (forma, direzione, orientamento). Ad esempio riconoscere la differenza tra una "d" ed una "b"; tra una "p" ed una "q".
Discriminazione uditiva: è la capacità di riconoscere e discriminare i fonemi, cioè i suoni di una lingua. Ad ogni grafema (lettera) corrisponde un fonema (suono).
Memoria fonologica a breve termine: è la capacità di memorizzare le informazioni di tipo verbale (visive e uditive) il tempo sufficiente per processarle. Significa che per leggere la parola "CASA" dobbiamo riconoscere e tenere a mente ogni lettera (C A S A) e ogni suono ad essa corrispondente.
Competenza metafonologica: è la capacità di riconoscere e padroneggiare le caratteristiche delle parole effettuando operazioni di fusione (unire i singoli suoni per formare la parola) e di segmentazione (separare i singoli suoni che formano una parola).
Associazione visivo-verbale: è la capacità di nominare oggetti, figure e simboli, grazie al veloce recupero delle etichette dal proprio lessico verbale e all'associazione parola-immagine.
RAN (Denominazione Rapida Automatizzata): è la capacità di nominare rapidamente una sequenza ripetuta casualmente di lettere, numeri, colori od oggetti. Per molti professionisti la RAN non è un prerequisito ma un indicatore della velocità di lettura ed è un parametro che viene misurato nella valutazione della dislessia: i bambini dislessici in genere sono molto lenti nella lettura e quindi cadono facilmente nelle prove RAN.
Elaborazione semantica di anticipazione: è la capacità di intuire il contenuto che stiamo leggendo sulla base di quanto esaminato prima e indipendentemente da come il materiale viene presentato (in forma scritta o parlata). Provate a fare un piccolo esperimento: prestate attenzione a cosa fate quando parlate con un amico, anche se vi sfugge qualche parola riuscite a comprendere il messaggio? Se una parola è scritta con lettere mancanti, ad esempio: LA C S A E' ARREDATA CON GUSTO.... riuscite a leggere perfettamente?
Conoscenza alfabetica: significa conoscere la corrispondenza grafema-fonema, ossia che ad ogni lettera corrisponde un suono preciso. Vuol dire che siamo in grado di associare informazioni sensoriali diverse (visive ed uditive).
Oltre a questi prerequisiti, per poter leggere sono necessari:
Prerequisiti percettivi: orientamento; costanza della forma; organizzazione spaziale; discriminazione visiva tra figure e completamento visivo di figure.
Prerequisiti mnemonici e attentivi: memoria uditiva, visiva, memoria di lavoro (working memory), attenzione selettiva e sostenuta.
Prerequisiti visuo-spaziali della scrittura: conoscenza della distanza delle lettere in una parola e tra le parole. Senza questa capacità le lettere o le parole sarebbero scritte o lette tutte attaccate (LACASAE'INFONDOALSENTIERO), troppo staccate o fluttuanti.
Osserviamo quale strategia di lettura usano i bambini.

Leggere è un'attività talmente automatizzata che ci sembra di averla da sempre e diventa facile perdere la pazienza di fronte ad un bambino o ragazzo che legge con estrema lentezza o in modo stentato. In realtà la lettura è un processo molto complesso e richiede tempo ed impegno.
Secondo il modello "a due vie" della lettura di Coltheart (1981), l'acquisizione della lettura parte dall'analisi visiva dello stimolo (cioè della parola), attraverso cui il bambino coglie gli aspetti grafici (linee, punti, curve, direzione sinistra-destra) delle singole lettere.
Dall'analisi visiva della parola si passa alla lettura attraverso due vie parallele che corrispondono a due diverse strategie di lettura che possiamo osservare nei bambini nel corso dello sviluppo:
Via fonologica (indiretta): è la classica lettura "lettera per lettera" ed è la prima strategia che usiamo per imparare a leggere e che possiamo osservare nei bambini piccoli, o che usiamo noi adulti per leggere parole nuove o straniere. Dopo il riconoscimento visivo della parola, questa viene assemblata e poi pronunciata. E' una strategia che permette di leggere correttamente le parole anche senza capirne il significato.
Via lessicale (diretta): si basa sulle caratteristiche visive della parola e coinvolge le informazioni contenute nel nostro lessico, cioè nella nostra memoria a lungo termine. Dopo l'analisi visiva della parola viene recuperato il suo significato. Questa strategia ci consente di comprendere il significato delle parole, anche quelle scritte per metà o con degli errori ortografici. La strategia lessicale è quella usata dai cosiddetti "lettori abili".
Sulla base del modello di Coltheart si tende a distinguere due sottotipi di dislessia:
Dislessia fonologica: è legata ad una compromissione della via fonologica e ciò comporta errori di lettura, soprattutto di parole straniere e non conosciute.
Dislessia superficiale: è legata alla compromissione della via lessicale, comporta la non automatizzazione della lettura (rimane stentata e faticosa) ed errori nella lettura di parole irregolari come quelle omografe ma non omofone, cioè parole che sono scritte allo stesso modo ma si pronunciando diversamente, ad esempio: "Legge" (norma) e "legge" (dal verbo leggere).
Ricordiamo che...
I prerequisiti dell'apprendimento sono importanti perché ci permettono di sviluppare nuove abilità e conoscenze; individuarli è importante per avere il tempo di potenziarli aumentando le possibilità di successo. Per quanto riguarda la lettura, già alla scuola dell'infanzia è possibile lavorare su abilità percettive, cognitive e motorie che ne facilitino l'apprendimento.
Bibliografia:
Cornoldi, C., Colpo, G. (1981). La Verifica dell'apprendimento della lettura. Edizioni OS, Firenze.
Cornoldi, C., gruppo MT (1994). Prevenzione e trattamento delle difficoltà di lettura e scrittura. 11 Edizioni OS, Firenze
D'Amico A., Lettura, scrittura, calcolo. Processi cognitivi e disturbi dell'apprendimento, Edizione Carlo Amore, 2002
AA.VV., Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti, Erickson, 2013
Meazzini P., La lettura prima. Guida all'analisi e al trattamento dei pre-requisiti della lettura, Franco Angeli, 2002