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Il complesso d'inferiorità: come ci si sente e come superarlo



“L’ incapacità di agire spontaneamente, di esprimere quel che veramente si sente e si pensa, e la conseguente necessità di presentare uno pseudo io agli altri e a se stessi, sono la radice del sentimento di inferiorità e di debolezza”

Erich Fromm





Nessuno nasce sentendosi inferiore a qualcun altro; a volte, esperienze di vita ritenute fallimentari portano la persona ad avere una bassa autostima di sé e a sentire un profondo senso di inadeguatezza.

In genere, però, la maggior parte delle paure ed insicurezze che da grandi ci accompagnano vengono proprio dall’infanzia. Infatti, un bambino che non si sente accettato per quello che è, tende ad incolparsi pensando di essere sbagliato, non meritevole d’amore, rafforzando in questo modo un’immagine altamente negativa di se stesso. In età adolescenziale, ripetute critiche e/o paragoni con gli altri non fanno altro che far sentire il soggetto sbagliato, stupido, portandolo a sviluppare un complesso di inferiorità. Fattori negativi esterni ed interni, solidificano nella nostra mente delle credenze che con il passare del tempo si tramutano in certezze.


Fattori interni ed esterni legati al complesso d'inferiorità, quali sono?

Cercare di apparire migliori degli altri, rappresenta una forma di riscatto rispetto ai messaggi negativi ricevuti durante l’infanzia. Quando un soggetto non riesce nel proprio intento, a volte per sentirsi meglio, sente il bisogno di sminuire i sacrifici altrui. Qualsiasi fallimento personale, quindi, viene attributo a cause esterne: è colpa degli altri; la sfortuna mi perseguita; il mondo è contro di me e così via.

Quando si parla di fattori interni, vengono invece considerati i propri pensieri. Questi ultimi, se negativi, possono scatenare il complesso di inferiorità; non si tratta di un brutto momento, ma di una convinzione radicata nella nostra mente che ci fa sentire “meno” rispetto agli altri. Chi ha una bassa autostima generalmente fa fatica ad aprirsi e a raccontarsi; si considera poco interessante, ha paura di essere escluso o deriso. Guarda i propri difetti con grande severità.





In generale, i sintomi più comuni del sentirsi inferiore sono:

  • insicurezza ed eccessiva ansia;

  • arrendevolezza;

  • timidezza in ambito sociale;

  • paura delle sfide;

  • tendenza ad incolpare gli altri;

  • difficoltà a fidarsi;

  • pessimismo ed egoismo;

  • difficoltà nell’assumersi le proprie responsabilità;

  • difficoltà nel riconoscere il valore altrui;

  • tendenza a non credere ai complimenti;

  • tendenza al perfezionismo;

  • rifiuto del confronto e delle critiche anche se costruttive;

  • invidia o indifferenza nei riguardi del mondo esterno;

Molte persone, per compensare il loro complesso di inferiorità, hanno alcune reazioni automatiche:

  • Esibizionismo esagerato, nel tentativo di mostrare uno stile di vita fantastico e oltre le proprie possibilità.

  • Grande bisogno di trovare approvazione, ad esempio attraverso l'uso smodato dei social media.

  • Necessità di provare continuamente a se stessi di essere migliori degli altri, in maniera da pompare la propria autostima.


Cosa fare per superare il complesso d'inferiorità?

Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche, che lo rendono unico e speciale.

Il primo passo da compiere, per superare questo complesso, è quello di acquisire la consapevolezza che la percezione negativa che si ha della propria persona è solo un’idea che proviene dalla propria storia personale.

Se tu non ti ami, chi potrà amarti? Non esiste frase più vera, ma nonostante questo nella vita succede spesso il contrario; molte persone imparano a credere in se stesse solo dopo aver trovato qualcun altro che crede in loro.


Facciamo un esempio pratico: il caso di Simone.

Simone è un ragazzo di 24 anni, introverso, così tanto da non aver mai avuto una storia sentimentale. Ha un fratello, Luca, di cinque anni più grande, bravo a scuola e negli sport. Simone crede poco in se stesso, infatti non si mette mai in gioco, non prende mai alcuna iniziativa, non sopporta le critiche e guarda al futuro con molta ansia. Da bambino, Simone, era un po' impacciato e goffo; il suo corpo gracile e minuto lo portava ad ammalarsi spesso durante gli inverni. La madre, presa dall’ansia, divenne iperprotettiva nei suoi confronti e per paura che si facesse male, vietava al piccolo Simone di utilizzare i giochi messi a disposizione nei parchi; inoltre, pervasa dalla paura che si ammalasse anche in altre stagioni, gli proibiva di giocare con i suoi amici fuori dall’orario scolastico. Il padre, ha sempre rivestito su entrambi i figli grandi aspettative, soprattutto in ambito sportivo, tanto da obbligare Simone (in età adolescenziale) a praticare calcio, nonostante il ragazzo non fosse portato per questa attività sportiva competitiva, a differenza del fratello.

Simone, infatti, viene spesso rimproverato dal mister, non viene mai introdotto in campo e gli altri compagni di squadra iniziano a prenderlo in giro. Non è in grado di difendersi ed i suoi voti a scuola peggiorano col tempo. Inoltre, in casa, il padre attua continui paragoni tra lui e Luca; confronti che minano la sua autostima rendendolo ogni giorno sempre più insicuro.

Il ragazzo si sente inadatto ed umiliato su diversi fronti.

A questo punto, in assenza di esperienze correttive, si hanno i presupposti per sviluppare il complesso di inferiorità: Simone, sentendosi incapace verso tutto ciò che fa, si convincerà realmente di esserlo.


Simone diventato adulto, cosa potrebbe fare per contrastare questo senso di inferiorità?

Potrebbe ripensare alla propria storia in modo critico, in modo da distaccarsi dall’immagine che le altre persone gli hanno attribuito (o che crede gli abbiano attribuito) e in cui lui, si è poi identificato; potrebbe capire che essere minuti e poco prestanti fisicamente non impedisce di riuscire nella vita; potrebbe comprendere che la sua difficoltà nell’ avere relazioni con gli altri, deriva dal fatto di non aver potuto sviluppare in modo adeguato le proprie abilità sociali, a partire dalle sue prime esperienze infantili, ad esempio quando la madre gli vietava sistematicamente di stare con gli altri bambini; potrebbe capire di avere dei talenti nascosti, per esempio nella musica, che in famiglia non sono mai stati considerati perché ritenuti non importanti.

Un primo passo per smettere di sentirsi inferiori è quello di prendere coscienza del proprio complesso; molti fanno fatica a far ciò.

E’ importante imparare a focalizzarsi su se stessi, cercando di accettarsi per ciò che si è, apprezzandosi di più.


Cinque modi per smettere di sentirsi inferiori:

1) Non pensare in modo negativo.

2) Utilizzare i fallimenti per crescere.

3) Stabilire degli obiettivi.

4) Non fare costantemente dei confronti con gli altri.

5) Amarsi per ciò che si è realmente.


Come già detto, il complesso d'inferiorità può derivare da avvenimenti avvenuti nel passato. Per riuscire a superare ciò, occorre trovare la causa dei propri sentimenti negativi cercarne l'origine. E' necessario dunque riflettere sul proprio passato, analizzare le proprie sensazioni, capire verso chi ci si sente inferiore, smettere di voler essere come gli altri ed iniziare a pensare in modo più salutare.

Il consiglio è di concentrarsi sui propri pregi e sui propri successi, perché ogni persona ha delle qualità positive. Realizzare una lista ed elencare per iscritto qualsiasi cosa che di buono troviamo in noi, ad esempio delle caratteristiche fisiche come delle belle mani, oppure delle particolari abilità nel cucinare o attitudini nel praticare delle discipline sportive e così via.

Apprezzare ciò che ci circonda, come una famiglia amorevole o una bella casa. Non bisogna giudicarsi in modo negativo ma imparare ad amarsi se si desidera vivere una vita più felice. Per acquisire maggiore fiducia, occorre circondarsi di persone positive che sanno incoraggiare ed eliminare la visione negativa di se stessi.

Il messaggio è : non smettere mai di lavorare su te stesso.


Spesso, fare tutto ciò da soli, non è semplice. Il trattamento psicoterapeutico può risultare un valido aiuto per la persona nel superare tale complesso, Lo spazio clinico, il setting, può agire come un luogo sicuro nel quale l'individuo può sperimentarsi liberamente ed il terapeuta può aiutarlo ad individuare i collegamenti diretti tra le credenze di base ( es. io sono un fallimento) ed i conseguenti comportamenti. Le persone con un complesso d'inferiorità infatti tendono ad interpretare in maniera errata i comportamenti e le relazioni interpersonali, in quanto ogni cosa viene vista con occhi critici e negativi. La psicoterapia può rappresentare, quindi, un valido strumento in quanto può offrire una prospettiva alternativa ed aiutare l'individuo ad avere una visione positiva di sé, aiutandolo a ripristinare il giusto equilibrio tra le due forze insite da sempre nell'essere umano: il desiderio di sopravvivere imponendosi sugli altri ed il bisogno di appartenere alla comunità.


"Tutti i pensieri hanno una specifica energia e frequenza. Cambia i tuoi pensieri e cambierai la qualità della tua vita" (Dr. Joe Dispenza)




Bibliografia:

- L. M. LORENZETTI, Psicologia e personalità, Franco Angeli, 1995.

- N. ABRANCHES, Come aumentare la stima di sé. Imparare a rispettarsi per vivere felici, Paoline Editoriale, 2000.

- COURBERIVE, Come superare il complesso d'inferiorità, Paoline,1960.

- F. KOGA, KISHIMI, (2019). Il coraggio di non piacere: Liberati dal giudizio degli altri e trova l’autentica felicità, De Agostini, 2019.



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