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La formula chimica delle emozioni a tavola: nutrirsi per necessità o gratificazione?

Aggiornamento: 6 giu 2022




Il nutrimento è uno dei bisogni essenziali per l'uomo e la sua ricerca sin dai primordi ha influenzato lo stanziamento dei popoli nei territori ritenuti più ospitali all'uomo e maggiormente idonei alla ricerca del cibo.

Compiendo un excursus temporale dall'origine della vita dell'uomo, ad oggi, si può facilmente risalire alla diversità nutrizionale al quale l'uomo si è dovuto adattare nel corso dei millenni.




L' evoluzione delle nostre abitudini alimentari

Inizialmente l'uomo primitivo, stanziato nelle foreste africane, viveva la sua vita adattandosi a ciò che trovava nell'ambiente , pertanto la sua alimentazione era tendenzialmente onnivora; Successivamente l'uomo, nel Paleolitico, dovette imparare a cacciare, perciò costruendo delle lance e delle reti ricavate dai rami e dalle radici degli alberi cominciò ad apprendere le abilità della caccia; nel tempo sviluppò con astuzia e destrezza le tecniche di pesca, ed osservando con attenzione gli animali, imparò da loro a riconoscere le bacche e le radici commestibili, diventando pertanto un esperto raccoglitore.

Tuttavia nonostante la dieta paleolitica sia stata adottata per millenni dai nostri progenitori, dai reperti archeologici a noi oggi pervenuti, emerge con chiarezza, la carenza nutrizionale dovuta alla dieta esclusivamente proteica nell'uomo paleolitico, evidenza confermata dalla vita media umana di quell'epoca, definita nell'arco vitale di appena 40 anni. In seguito l'uomo del neolitico cominciò a stanziarsi vicino ai fiumi, dove cominciò a coltivare cereali ed ortaggi e ad allevare gli animali che avrebbero modificato la sua alimentazione, rendendola più simile alla moderna dieta mediterranea. Dal Neolitico in poi, passando per la cultura egizia e successivamente per quella greco-romana, le fondamenta dell'alimentazione classica si basarono sul consumo di cereali, frutta, semi oleosi, miele, ortaggi e uova.

La scoperta dell'America nel 1492 , rappresenterà non solo l'estensione dei confini del "Nuovo Mondo", ma una vera e propria rivoluzione in ambito alimentare. Cristoforo Colombo al suo rientro dalle "Americhe" riportò in Europa un grande tesoro, che non era rappresentato dall'oro, ma da qualcosa di ben più prezioso: piante di Ananas, Mais, Mango, Noccioline, Papaya, Patate, Pomodoro, semi di Cacao, Vaniglia e Zucca. Alcuni di questi alimenti, come, ad esempio il pomodoro e la patata, inizialmente non vennero utilizzati perché ritenuti tossici (in effetti sia il pomodoro che la patata, così come le melanzane ed i peperoni, appartenendo alla famiglia delle solanacee, contengono in ogni parte della pianta, una componente parzialmente tossica chiamata solanina, classificata più precisamente come alcaloide glicosidico. La presenza di questa sostanza rende le piante di questa famiglia più resistenti agli attacchi dei microorganismi, mentre nell'uomo spesso può generare intolleranze o difficoltà digestive).


Diversità culturali, latitudini opposte, nutrimento come necessità

A prescindere dalla moda del momento, l'uomo da sempre ha cercato di alimentarsi tenendo in considerazione non solo le risorse del proprio territorio, ma anche le condizioni climatiche, che nel corso dei millenni lo hanno spinto a prediligere alcuni cibi rispetto ad altri, come nel caso delle spezie in Oriente e del Ghee nei territori del nord- ovest asiatico.

Infatti se parliamo di spezie, ad esempio, la nostra mente si spinge subito in Oriente, le immagini dei suq e dei mercanti con i sacchi di juta stracolmi di colori ed aromi intensi riaccendono i nostri ricordi olfattivi più arcaici.

Le spezie, protagoniste dai tempi più antichi di tutte le ricette del mondo orientale, avvolgono ed esaltano con il loro aroma i sapori dei cibi, ma questo non è l'unico motivo per il quale le spezie vengono utilizzate. La ragione di fondo, quella più funzionale, è che all'interno delle radici, delle foglie e dei semi aromatici, sono racchiuse delle sostanze preziose chiamate oli essenziali: composti eterici, volatili caratterizzati da una potente azione disinfettante, battericida e ancora stimolante, antispasmodica, carminativa, antisettica, rinfrescante, astringente e così via...


E così spingendoci a Nord Est, il burro ottenuto dal latte di yak, dopo essere stato successivamente chiarificato (cioè portato ad alta temperatura, circa 80-90°, per consentire la separazione dalla parte lipidica alle caseine, ed ottenere un prodotto granuloso senza lattosio),prende il nome di Ghee, ed è utilizzato da sempre nelle fredde regioni dell'Himalaya, soprattutto come ingrediente fondamentale per la preparazione del Bò cha: un tè particolare preparato miscelando foglie di te, ghee, sale , latte di yak e bicarbonato. Il Bò cha ha un significato importante: è usato come bevanda di benvenuto, ma è anche una bibita ideale, da bere bollente, in qualunque momento della giornata, per apportare idratazione e nutrimento agli abitanti di questi paesi, abituati a vivere in condizioni ambientali estreme.


La scelta degli alimenti dipende anche dal nostro cervello


La scelta degli alimenti che portiamo ogni giorno sulla nostra tavola non dipende solo dalle caratteristiche territoriali , dalla stagionalità, dalla propria cultura di appartenenza o dalle più remote influenze esotiche culinarie, ma ciò che guida i nostri sensi alla scelta del cibo giusto per quel momento, è proprio il cervello. Più precisamente la zona coinvolta è il lobo frontale, le cui aree sono sede di funzioni importanti come: il movimento volontario, la produzione del linguaggio parlato e scritto, il controllo degli impulsi, la memoria e soprattutto il circuito della ricompensa e della gratificazione.

Il nostro corpo è una perfetta catena di montaggio, monitorata ed organizzata dal sistema nervoso centrale, in cui tutti gli ingranaggi, comunicando tra di loro, fanno sì che l'organismo umano possa vivere ogni giorno al meglio delle proprie possibilità.

Il sistema nervoso centrale è costituito da cellule nervose, chiamate neuroni, le quali comunicano tra loro mediante delle sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori. Queste sostanze importantissime per gli esseri umani, agiscono sia stimolando, che inibendo l'impulso nervoso e possono essere suddivise in due grandi gruppi: uno ad azione più rapida e a basso peso molecolare; uno ad azione più lenta, e ad alto peso molecolare:

  1. Al primo gruppo fanno capo: Acetilcolina, dopamina, adrenalina, serotonina, istamina, glicina, glutammato;

  2. Nel secondo gruppo, più numeroso, troviamo: Amminoacidici, peptidici e monoamminici, tra i quali: Gaba, glutammato, glicina etc.

Mettendo da parte l'aspetto più tecnico e dedicandoci all'approfondimento di queste sostanze collegate al cibo e alle nostre emozioni...


Scopriamo il motivo per cui talvolta siamo più attratti verso un cibo rispetto ad un altro:


A come ACETILCOLINA, il Neurotrasmettitore della COSCIENZA


  • Garantisce una memoria di elefante: questo neurotrasmettitore permette il passaggio delle informazioni dal magazzino di memoria a breve termine, a quello a lungo termine;

  • Ci consente di orientarci nello spazio;

  • Aumenta la nostra consapevolezza;



Come capire se il nostro organismo accusa una carenza di questo elemento?

  • Ultimamente ci accorgiamo di avere difficoltà a ricordare?

  • Facciamo uno sforzo maggiore per cercare di mantenere l'attenzione?

  • Abbiamo perso la nostra verve creativa?

  • Siamo un disastro con i numeri?

  • I nostri bambini sono più iperattivi del solito?

Tutte queste indicazioni sono solo alcune delle manifestazioni che una carenza di Acetilcolina può causare, Tuttavia esistono alcuni alimenti che possono aiutare a reintegrare la sua concentrazione nell'organismo, questi sono:

Fegato, formaggi grassi, frutta secca, manzo, tuorlo d'uovo.

Alcuni ricercatori stanno portando avanti da qualche tempo un progetto di ricerca che prevede l'uso di integratori di acetilcolina, in dosi terapeutiche, nei pazienti malati di Alzheimer. Pare che questa sostanza abbia un'effetto protettivo sulla prevenzione delle placche senili, aggregati proteici amiloidi, tipici della malattia degenerativa.


D come Dopamina, Il Neurotrasmettitore della Gratificazione


  • Amplifica la nostra percezione di gratificazione e piacere;

  • Influisce positivamente sulla nostra motivazione;

  • Migliora la memoria e l'attenzione.

  • E' direttamente coinvolto nella regolazione del sonno e dell'umore.



Come capire se il nostro organismo accusa una carenza di questo elemento?

  • Perdiamo facilmente l'entusiasmo?

  • Siamo più malinconici del solito?

  • Percepiamo un senso di insoddisfazione?

  • Abbiamo problemi di insonnia?

  • Facciamo fatica a mantenere la vigilanza e l'attenzione?

Se avvertiamo queste sensazioni, è bene fare attenzione ai segnali che il nostro corpo ed il nostro cervello ci stanno inviando.

Quando vogliamo tirarci un po' su di morale è abbastanza frequente andare a ricercare cibi come caffè, zuccheri, patatine e junkie food ma seguendo il nostro istinto non facciamo che inviare messaggi al nostro cervello di degradare più velocemente le scorte di dopamina. Ebbene si, queste sostanze: CAFFE', ZUCCHERI RAFFINATI, e CIBI contenenti GRASSI SATURI sono antagonisti della dopamina (ovvero ne riducono la produzione nel corpo) e quindi influendo negativamente sul nostro corpo, ci rendono nervosi, tristi, insoddisfatti e poco lucidi. Se vogliamo sentirci in forma, sia fisicamente che mentalmente, non dobbiamo digiunare, basta saper scegliere cosa mangiare!

Via libera a proteine animali e vegetali (pollo, tacchino, manzo, uova, latticini magri, pesce azzurro, o salmone e legumi), semi oleosi e alimenti fermentati, banane, mandorle, avocado e semi di zucca.

Alcune tra le patologie più importanti, come il morbo di Parkinson, l'ADHD, la schizofrenia e le dipendenze, sono caratterizzate da un'alterazione della via dopaminergica, pertanto per intervenire farmacologicamente sulla malattia e garantire un miglioramento del livello di vita , possono essere utilizzate terapie ad attività dopaminica.


G come Gaba, il Neurotrasmettitore dell'Equilibrio


  • Aumenta la produzione del Gh (ormone somatotropo della crescita)

  • Contrasta lo stress e l'ansia

  • Predispone al rilassamento

  • Rilassa l'attività mentale e muscolare



Come fare a capire se il nostro organismo accusa una carenza di questo elemento?

  • Vi sentite stressati? demotivati? senza energia?

  • Passate le notti a guardare il soffitto?

  • Consumate molti caffè?

  • Siete intolleranti al glutine?

  • Soffrite di una malattia autoimmune?

Se avete risposto SI ad almeno una di questa domande, il vostro malessere potrebbe dipendere da una scarsa produzione di acido gamma-amminobutirrico, ovvero GABA.

Curare l'alimentazione introducendo germogli, latticini, mais, orzo, riso integrale, spinaci, patate dolci, patate, fagiolini, cavolo, castagne, mirtilli, more, melanzane. radicchio e riducendo il consumo di caffè di qualche tazzina di caffè si può contribuire in maniera significativa al benessere del nostro organismo.

Il GABA riveste un ruolo fondamentale in alcune forme di disturbi dell'umore come la depressione e il disturbo bipolare, nell'autismo, nell' epilessia, nella meningite, la schizofrenia, alcuni tipi di demenze come Alzheimer e la demenza a corpi di Lewy, e ancora alcuni disturbi dell' intestino, come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa etc.

Per gli appassionati di yoga, o semplicemente per chi sia curioso e voglia addentrarsi in questa disciplina orientale, volta al benessere psicofisico, buone notizie in arrivo! E' stato scientificamente riconosciuto come una sola ora di yoga possa incrementare del 27% la concentrazione di GABA nel nostro cervello.


N come Noradrenalina, il Neurotrasmettitore dell'Attivazione energetica


  • Stimola la concentrazione

  • Accelera la frequenza cardiaca ed innalza la pressione

  • Attiva il meccanismo di attacco e fuga davanti alle situazioni di pericolo

  • Attiva il metabolismo fornendo l'energia contenuta all'interno delle scorte glucidiche e lipidiche dell'organismo.



Come fare a capire se il nostro organismo accusa una carenza di questo elemento?

Ovviamente non è possibile mantenere costantemente uno stato di attivazione perché a lungo andare gli effetti sul nostro organismo li pagheremmo a caro prezzo. Sicuramente chiunque di noi dopo un periodo di forte stress (deprivazione da sonno, preoccupazioni lavorative, economiche ,impegni di studio pressanti, gestione di malattie più o meno gravi) si è trovato ad avere a che fare con sensazioni simili: attacchi di ansia, tremori, palpitazioni, insonnia, ipertensione arteriosa, aritmie, tiroiditi, etc.

Viceversa una condizione di deficit noradrenalinico, si traduce in stati di affaticamento, ipoglicemia, estremità fredde, bradicardia, broncocostrizione.

La noradrenalina dosata come farmaco oggi viene largamente utilizzata soprattutto in problematiche in cui sono coinvolti:

  • I processi di attenzione e vigilanza, come ADD e ADHD, curati con il Ritalin o Adderall;

  • I disturbi d'umore, specialmente quelli depressivi, trattati con gli SNRI o gli antidepressivi triciclici;

  • i disturbi pressori, accelerando il ritmo cardiaco e aumentando la gittata cardiaca.

Se stiamo attraversando un periodo di iperattivazione è bene evitare sostanze stimolanti come nicotina, carne rossa, caffeina, guaranà, matè, energy drink. efedrina ed integratori di arancio amaro (componenti spesso presenti all'interno di integratori alimentari utili al dimagrimento).

Riuscire a mantenere una quantità di noradrenalina efficace nel nostro organismo è possibile, possiamo prediligere alimenti come frutta secca, specialmente mandorle e noci, avocado, banane, lamponi, pomodori, cioccolato proteine animali come carne bianca, pesce e ortaggi verdi.


S come SEROTONINA, il neurotrasmettitore del buonumore


  • Contrasta l'ansia e l'aggressività

  • Attutisce la fame nervosa

  • Migliora il nostro orologio biologico

  • Regola l'attività peristaltica intestinale

  • Riaccende una libido un po' sopita

  • Dona un senso di benessere euforico



Come fare a capire se il nostro organismo accusa una carenza di questo elemento?


Uno dei primi segnali di un deficit di serotonina riguarda la stanchezza, la difficoltà ad addormentarsi, la fame nervosa e/o l'inappetenza, l' intestino pigro, facilità a distrarsi. Viceversa un 'eccesso di serotonina, che può essere causato da una somministrazione combinata di antidepressivi, può causare mal di testa, nervosismo, tremori, allucinazioni, ipertensione. Ricordiamo e sottolineiamo che " la prescrizione degli antidepressivi (così come degli altri farmaci psicoattivi) è esclusivamente di competenza della figura dello psichiatra e che l'auto-somministrazione può mettere a serio rischio la propria vita, causando la sindrome serotoninergica.

I cibi che apportano più serotonina al cervello sono quelli che contengono il triptofano, precursore serotoninergico, e tra questi ritroviamo: proteine animali come tacchino, formaggio, salmone, uova , frutta secca come mandorle, noci, anacardi, cioccolato. Inoltre per garantirsi una scorta extra di buonumore occorre prendersi cura, non solo della nostra mente, ma anche del nostro intestino. considerato il nostro secondo cervello. Possono risultare utili degli integratori probiotici, o dei cibi fermentati che vanno a ristabilire la flora batterica intestinale, contrastano lo stress, concedendoci una sensazione di benessere.

Quando il nostro corpo ha voglia di cioccolato o di cibi dolci, probabilmente ci sta chiedendo di fare il pieno di serotonina, magari avvertiamo il bisogno di "staccare la spina e sentirci bene e in relax", ma piuttosto che accontentare solo gli occhi, cerchiamo di nutrire il corpo scegliendo sostanze utili come banane, frutta secca a guscio e cereali integrali, e perché no appagare anche il cervello concedendoci una passeggiata all'aria aperta con i nostri amici a quattro zampe, ascoltando della musica rilassante , abbinando un po' di meditazione, leggendo un buon libro, dedicandoci un po' a noi stessi o alle cose che ci fanno stare bene. Vedrete ben presto come l'espressione sul vostro viso cambierà, le rughe si distenderanno, le iridi brilleranno e all'improvviso le vostre labbra esploderanno in un sorriso di gioia.




Bibliografia

http://www.indianepalviaggi.it/il-bo-cha-il-te-tibetano-al-burro-di-yak/

.https://www.treccani.it/enciclopedia/neurotrasmettitori_%28Dizionario-di-Medicina%29/

https://it.wikipedia.org/wiki/Noradrenalina

https://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/neurotrasmettitori

Slide dal corso " Nutrizione per la mente: come mantenere giovani il cervello", Rasio D.

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