La Psicopatia: va punita o "curata"?
Che cos'è la psicopatia? Quanto controllo ha uno psicopatico sul suo comportamento?
Il comportamento antisociale di uno psicopatico è perseguibile legalmente o si può parlare di interdizione mentale?

La cronaca riporta quotidianamente notizie di terribili delitti, atti crudeli contro i propri simili, addirittura contro bambini o contro i propri familiari. Spesso ci chiediamo come sia possibile possano accadere determinate cose, soprattutto quando apprendiamo che l'autore del delitto è una persona affermata, di buon livello socioculturale oppure una persona che aveva delle responsabilità, che doveva prendersi cura di chi invece ha ferito o ucciso. E sentiamo spesso questa parola: psicopatico/a. Cercheremo in questo articolo di capire cos'è la psicopatia e di affrontare le questioni etiche ad essa collegate, facendo riferimento alla letteratura scientifica e al contributo delle neuroscienze per entrare nel cervello di uno psicopatico.
Che cos'è la psicopatia?

La psicopatia è un disturbo di personalità, caratterizzato da specifici tratti che però possono manifestarsi in gradi di intensità diversi da un individuo all'altro. Questo significa che non esiste un unico profilo, ma tante sfumature.
La personalità psicopatica si presenta spesso come superba ed egocentrica, supponente, tende ad incolpare gli altri dei propri fallimenti e difetti. E' sempre pronta a sfruttare e manipolare gli altri con il fascino e l'inganno. Le emozioni che prova sono superficiali e spesso simulate. Ha una spiccata mancanza di empatia e non prova senso di colpa.
Gli psicopatici vengono descritti come freddi e insensibili ed anche privi di paura: azzardano in diverse situazioni, incuranti delle conseguenze, non solo sugli altri ma anche su loro stessi. In genere hanno un temperamento impulsivo e teso alla ricerca di ricompense e novità. Nella vita possono essere irresponsabili, instabili, irascibili e ostili. Mostrano inosservanza per le norme sociali e hanno comportamenti immorali.
E' importante notare che queste caratteristiche non si osservano solo nelle popolazioni criminali, ma possono riscontrarsi anche in individui appartenenti a vari livelli della società, con un ottimo status professionale e sociale.
Il punto cruciale della psicopatia non è la manifestazione del comportamento antisociale di per sé, ma è dato dai tratti di personalità e dai deficit emozionali tipici di questi individui.
Sfatiamo qualche mito sulla psicopatia...
La psicopatia è comunemente equiparata al comportamento criminale e alla violenza. In realtà non è sempre così, si stima che circa il 25% dei carcerati sia psicopatico (Hare,2003); altri individui con tratti psicopatici potrebbero invece essere capaci di raggiungere il successo nella vita. In pratica, mentre alcuni commettono crimini, altri potrebbero non avere mai a che fare con il sistema legale. Probabilmente commetteranno azioni che potremmo considerare immorali, possono essere ottimi manipolatori ma mai raggiungere livelli gravi di antisocialità e devianza.
Talvolta la psicopatia è anche erroneamente equiparata al Disturbo Antisociale di Personalità (APD, DSM 5, 2014). Si pensa siano la stessa cosa ma non è così.
L'APD è un disturbo di personalità caratterizzato da ripetuti comportamenti che violano le comuni norme sociali, da violazioni della legge, frodi frequenti e condotte aggressive verso persone, animali e cose. Anche se sembrano due condizioni simili, la psicopatia non necessariamente comporta condotte apertamente antisociali e si differenzia dall'APD per una specifica componente Interpersonale-Affettiva che non sarebbe presente nell'APD e sarebbe invece caratterizzata da:
loquacità/fascino superficiale
senso di sé grandioso
menzogna patologica/impostore manipolativo
insensibilità o affettività superficiale
assenza di empatia
Lo stile di vita antisociale sarebbe caratterizzato da una più forte componente impulsiva e da irresponsabilità. Inoltre, gli individui psicopatici tendono ad un'aggressività di tipo strumentale, pianificata e predatoria, per raggiungere determinati obiettivi. Nell'APD si rileva più frequentemente un'aggressività reattiva, innescata da un evento frustrante o percepito come minaccioso (anche se ai nostri occhi può apparire banale) e implica attacchi non pianificati.
Psicopatici di successo

I soggetti psicopatici con condanne penali vengono comunemente definiti "psicopatici non di successo". Accanto a questi abbiamo gli "psicopatici di successo", che non si sono mai scontrati con la legge e che addirittura ricoprono posizioni di prestigio, come uomini d'affari, dottori, scienziati, politici, caratterizzati da egocentrismo, fascino superficiale, manipolatività, mancanza di emozioni, impulsività, ma che non hanno mai subito arresti o condanne.
Cleckley, esperto di psicopatia, ha definito gli psicopatici di successo come persone con alti tratti psicopatici che sono in grado di cavarsela nella società, spesso traendo vantaggio dagli altri, senza mai scontrarsi con la legge. Possono adottare condotte antisociali e criminali ma in genere il loro comportamento è pianificato e regolato. Il loro funzionamento cognitivo è intatto, spesso al di sopra della media. Ciò li renderebbe in grado di riuscire a cavarsela senza essere scoperti. In America vi sono ancora molti serial killer non scoperti ad esempio! C'è da dire che la loro capacità di controllo comportamentale li porta a non agire violenza fisica, almeno non direttamente.
Il cervello degli psicopatici

Le tecniche neurocognitive e di brain imaging suggeriscono che la psicopatia sia legata a deficit nella Corteccia prefrontale ventromediale e nell'amigdala, aree coinvolte nell'esperienza emotiva, nell'empatia, nel controllo del comportamento e nell'aggressività strumentale. Così, mentre alcuni individui sono aggressivi a causa di un'iperattività di queste aree, in particolare dell'amigdala; gli psicopatici potrebbero essere aggressivi a causa di una sua scarsa attivazione, da cui deriverebbe un'assenza di paura ed empatia verso gli altri.
I risultati sono però ancora contrastanti e le compromissioni che si osservano in individui psicopatici non sembrano rilevanti a tal punto da spiegare le loro condotte.
Come sempre occorre ricordare l'importanza dell'interazione tra natura e ambiente, tra fattori genetici e fattori ambientali e relazionali, nella strutturazione della personalità e nello sviluppo, sano o atipico, degli esseri umani. Le esperienze, soprattutto quelle precoci, nell'infanzia hanno un peso nel determinare il corso dello sviluppo di una personalità.
Questioni etiche. Lo psicopatico è un criminale da punire o un malato da aiutare?
Vi ripropongo un caso presentato nel 2003 da Burns e Swerdlow:
"Il Signor Oft è un uomo sulla quarantina senza un passato di problemi mentali o comportamento antisociale. E' felicemente sposato e vive con sua moglie la figliastra. Nel 200 ha cominciato a collezionare materiale pedopornografico. Ha iniziato a frequentare prostitute e a fare avances sessuali alla figliastra; la quale lo ha denunciato e il Signor Oft è stato arrestato con l'accusa di pedofilia e molestie infantili. Il giudice gli ha chiesto di scegliere tra due opzioni:
intraprendere un percorso terapeutico, partecipando al programma dei 12 passi per dipendenza sessuale
andare in prigione.
Il Signor Oft ha scelto la prima opzione ma una volta inserito nel programma, ha iniziato a fare avances sessuali allo staff e ne è stato escluso.
La notte prima della sentenza ha iniziato a lamentare forti mal di testa, ad avere problemi di equilibrio e ha perso il controllo vescicale. E' stato sottoposto a risonanza magnetica e si è scoperto che aveva un tumore cerebrale molto esteso a livello del lobo frontale. E' stato operato e da allora non ha mai più presentato problemi comportamentali, ha completato il programma terapeutico ed è tornato a vivere con la sua famiglia"
La scoperta del tumore del Signor Oft ha modificato l'opinione relativa alla sua responsabilità del comportamento sessuale inappropriato? Va punito o aiutato?
Se da una parte è vero che il comportamento immorale del signore era causato da una patologia grave, dall'altra è anche vero che qualsiasi comportamento è causato dal cervello. Se dichiariamo che alcuni individui non sono responsabili del loro comportamento a causa del loro funzionamento cerebrale, potremmo anche decidere che nessuno può essere ritenuto responsabile. Se è vero che il Signor Oft aveva una compromissione in un'area cerebrale implicata nell'inibizione degli impulsi, è anche vero che non aveva deficit cognitivi e che era in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato.
Inoltre c'è da dire che nella maggioranza dei casi, negli individui antisociali non si osservano compromissioni cerebrali così gravi.
Cosa fareste in una situazione difficile...

Uno dei più classici dilemmi morali è quello della "locomotiva", provate a mettervi nei panni del protagonista. Quale sarebbe la vostra scelta?
Una locomotiva senza controllo si sta muovendo sui binari verso cinque operai che verranno uccisi dal mezzo se procederà la sua corsa. Ti trovi su un ponte sopra i binari, tra la locomotiva che si sta avvicinando e i cinque operai. Accanto a te sul ponte c'è un estraneo corpulento.
Se non fai nulla la locomotiva procederà, causando la morte dei cinque operai. L'unico modo per salvare le vite di questi operai è spingere l'estraneo giù dal ponte sui binari, dove il suo grosso corpo arresterà la locomotiva, anche se resterà ucciso.
E' moralmente corretto per te spingere l'estraneo sui binari per salvare i cinque operai?
Di fronte a questo dilemma, la maggior parte delle persone ha una reazione negativa al pensiero di dover spingere l'uomo giù dal ponte e afferma che quest'azione non è corretta. Persone con danni alla corteccia prefrontale ventromediale (ad esempio a causa di lesioni o forme di demenza) invece affermano che sarebbe corretto e risposte simili vengono date anche da personalità psicopatiche. E' possibile che nel cervello dello psicopatico vi siano delle compromissioni che gli impediscono di prendere decisioni moralmente corrette? E se è così, è giusto pensare che lo psicopatico andrebbe aiutato come una persona affetta da patologia, piuttosto che punito?
Questione assai delicata; la ricerca va avanti si sa ma ancora non possiamo rispondere a questa domanda con certezza. Quello di cui però siamo certi è che la società va protetta. Anche non ritenendo giustificata la punizione per i criminali gravi, la reclusione potrebbe essere l'unica opzione attuabile, soprattutto per evitare la reiterazione dei reati. Il miglior beneficio per il criminale e per la società è il trattamento. Gli ambienti di reclusione dovrebbero essere attrezzati e adeguati per trattamenti e percorsi riabilitativi.
La protezione della società in questi casi è prioritaria.
Lo psicopatico è colui che è capace di compiere gesti anche terribili senza che il suo sentimento registri il minimo sussulto emotivo. Il cuore non è in sintonia con il pensiero e il pensiero con il gesto (U. Galimberti)
Bibliografia:
A. L. Glenn, A. Raine, "Psicopatia. Introduzione alle scoperte biologiche e implicazioni cliniche e forensi", Giovanni Fioriti Editore, Roma, 2016
H. Cleckley, "The mask of sanity", Martino Fine Books, 2° edizione, 2018
J.R. Hall, S.D. Benning, "The succesfull psychopath: adaptive and subclinical manifestations of psychopathy in the genral population", Guilford New York, 2006