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Mettersi a dieta o cambiare stile di vita?




Il termine DIETA deriva dal greco δίαιτα, che significa letteralmente ‘modo di vivere’ e nella medicina antica indicava quello che oggi si chiama stile di vita, vale a dire l’insieme di alimentazione, attività fisica, riposo, adatto a mantenere lo stato di salute.

Eppure nella quotidianità la dieta viene vista come un atto di rinuncia, una sorta di "tortura" cui ci si sottopone per cercare di diventare magri a tutti i costi.


A causa di questo stigma molta gente diffida dei professionisti affidandosi al "fai da te" con il rischio di causare veri danni, sia fisici che mentali.

Con il passare degli anni sono aumentati sempre di più i casi di disturbi del comportamento alimentare, che il più delle volte, soprattutto nell'età adolescenziale, partono dal volersi mettere a dieta per raggiungere un proprio standard di "perfezione" e salute.


È importante specificare che le difficoltà che ci possono essere nell'intraprendere un percorso di rieducazione alimentare, non sono unicamente personali. Se ci si ferma sullo strato superficiale della situazione, si potrebbe ritenere la persona come pigra o non abbastanza determinata per continuare in un determinato regime alimentare. In realtà anche l'ambiente che circonda il soggetto contribuisce al cambiamento in positivo o in negativo. Pensate a una persona che decide di mettersi a dieta per perdere peso e che ha una famiglia che prepara sempre porzioni molto abbondanti e che ritiene la dieta una rinuncia insopportabile e inutile, come può iniziare serenamente se si ritrova tutta questa ostilità intorno? La risposta più immediata che verrebbe in mente è "fregatene di tutti e fai le tue scelte a prescindere". Come risposta va pure bene, ma bisogna mettersi nei panni di chi si ritrova a cominciare un nuovo percorso di vita con tutte le insicurezze che ne conseguono, ed è ovviamente difficile correre per la propria strada incurante del parere altrui, soprattutto se non si ha ancora la forza di farlo.


Quando si decide di mettersi a dieta (che, attenzione, non è necessariamente dimagrante, può anche essere destinata a metter su peso o ricercata per ritrovare un equilibrio fisico), il più delle volte ci si ritrova un muro contro da parte di diverse persone che si sentono quasi in dovere di dire la propria in merito senza neanche tanti filtri. La frase più comune che ci si sente dire è "ma perché ti devi mettere a dieta? Stai bene." Ma su quale parametro si può dire che una persona sta bene? Non si pensa al fatto che magari una persona voglia cominciare a stare bene con il proprio corpo? O semplicemente è in sovrappeso, o sottopeso, e ha bisogno di ritornare al peso forma? Anche in condizioni piuttosto esplicite ci si ritrova a sentir dire dall'altro che il fisico va bene, che non c'è bisogno di privarsi del cibo in questa maniera, come se la dieta fosse solo "mangiare verdure una volta al giorno".

Quando poi iniziano a notarsi i progressi in quella persona, si comincia a sentirsi dire che non è il caso che continui, che tanto si è in ogni caso in forma e che non ci si può privare dei piaceri della vita per sempre. Come mai ci si deve sempre sentir dire determinate opinioni quando si tratta del proprio corpo? In questo senso possiamo rintracciare due categorie di persone:

  • Le persone che tengono al peso forma e alla salute, ma hanno paura del cambiamento e cercano di tenere l'altro ancorato alla sua vecchia immagine perché non sanno che cosa potrebbe succedere dopo che si è raggiunto l'obiettivo (questo può accadere anche con successi lavorativi e accademici) e spesso non lo fanno nemmeno consapevolmente

  • Le persone che sono semplicemente invidiose e che non hanno le forze di prendere in mano le redini della propria vita e si rifanno sugli altri. Vorrebbero avere un minimo del coraggio che hanno le persone che decidono di agire e di cambiare la propria vita, ma di riflesso cercano di buttare giù gli altri per sentirsi superiori

A qualunque categoria la persona accanto appartenga, è importante ricordarsi che ognuno ha la propria opinione ma soprattutto ha la propria storia, una sua personalità e delle sue convinzioni e può essere difficile comprendere in pieno i percorsi e le scelte delle altre persone.

Lo stigma della dieta è alto perché negli anni è stata diffusa l'idea che fosse solo una questione di alimentazione "triste" dove ci si priva di tutto per diventare magri e in forma per la prova costume, non è infrequente subire i giudizi delle generazioni passate nelle quali si è patita la fame a causa delle guerre e della povertà e quindi l'idea di ridurre l'introito alimentare sembra totalmente assurdo.

Il "banale" trucco per sorvolare su tutte le opinioni altrui, buone o brutte che siano, rimane effettivamente ignorarle e andare avanti per la propria strada, ma si sa bene che non è affatto facile e che fra il dire e il fare c'è un mare enorme.

Eppure a un certo punto bisogna cominciare a focalizzarsi più sul proprio benessere, bisogna chiedersi "ma alla fine nella mia vita cosa è più importante? L'altra persona o io?" e quando si comincerà a interiorizzare l'idea che la cosa più importante per noi siamo solo noi e nessun altro, allora anche il resto del mondo comincerà a contare un pochino meno o, per meglio dire, conterà più il proprio benessere e che compiere un'azione per compiacere l'altro, ma che fa male a noi stessi, non è la scelta più saggia che si possa fare. E come si fa a interiorizzare il concetto? Come faccio a dare più importanza alla mia persona?

Innanzitutto un percorso effettuato con uno specialista della salute mentale porterà sempre dei benefici che non inficeranno solo l'autostima, ma anche tanti altri ambiti della nostra vita. In secondo luogo si può apprendere come è stato fatto per altri concetti durante l'arco di tutta la nostra vita. Bisogna però sapere che sarà frustrante e doloroso in certi momenti come lo è stato imparare a camminare o a parlare in tenera età, ma è fattibile. Ma sapete la gioia che si prova quando si comprende che si è arrivati al momento in cui davvero si è messo sé stessi al primo posto? Lo si impara provando più volte, dicendo di no quando serve e cominciando sinceramente a ignorare le cattive opinioni a scapito delle nostre e lo si farà prendendo il coraggio fra le mani e con la consapevolezza che lo si fa per cominciare a stare bene con noi stessi. Quando si comprenderà a pieno che il percorso che si sta effettuando è un grosso atto di amore e non più una costrizione, una gabbia che ci impedisce di essere liberi, cominceremo ad impedire la comparsa del cosiddetto effetto yo-yo che ci fa ritornare indietro sui nostri passi "con gli interessi". Il cibo, infatti, non deve essere visto come un'arma di distruzione, la causa di tutti i nostri mali o qualcosa da evitare e calcolare al grammo, ma va visto come il nostro carburante che ci permette di fare tutte le nostre azioni quotidiane e anche molto di più.

In conclusione, possono essere tante e diverse le motivazioni che spingono una persona a mettersi a dieta. La dieta non è solo "restrizione e rinuncia" ma è uno stile di vita, una scelta e come tutte le scelte importanti va presa con le giuste misure. Il primo passo è sempre rivolgersi ad un professionista, lavorare su se stessi e avere il coraggio di chiedere aiuto se si sente che la situazione sta sfuggendo di mano o se si sente che si vuole cambiare ma non si sa da che parte iniziare.


 

Sitografia:

- https://culturaemotiva.it/2018/psicologia-alimentare-la-mente-bloccare-la-dieta/

- https://www.melarossa.it/salute/psicologia/dieta-e-vita-sociale-consigli-per-gestire-il-rapporto-con-gli-altri/

- https://www.my-personaltrainer.it/dimagrire/come-motivarsi-dimagrire.html - https://www.focus.it/scienza/salute/focus-extra-78-alimentazione-la-dieta-comincia-dalla-testa

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