Perché spesso le diete non funzionano?
Aggiornamento: 2 mag 2022

Tutti almeno una volta nella vita si sono confrontati con il problema del "meglio mettersi a dieta". I motivi sono tantissimi: calare di peso, sentirsi bene col proprio corpo, intolleranze alimentari, celiachia, diabete, stitichezza, che richiedono dei cambiamenti nelle abitudini alimentari, migliorare le proprie performance sportive, entrare nell'abito da sposa/o o cambiamenti di vita .Questo e molto altro ancora.
Qualsiasi sia il motivo per cui decidiamo di metterci a dieta il primo problema che incontriamo è con l'informazione.... Già... Spesso ci affidiamo a diete passate da amici o parenti, lette su internet o decidiamo di seguire i consigli del guru della bellezza e della salute visto in tv!
L'entusiasmo delle recensioni e delle persone che hanno avuto successo ci travolge e ci sentiamo carichi di speranze e buoni propositi. Ci impegniamo a seguire alla lettera le prescrizioni.. anche quando ci impongono di mangiare ghiaccio per una settimana (sigh!) O un bel piatto di pasta alle 6 del mattino... Wow! Incredibile... Funziona!!! Già.... Ma quanto dura???
La risposta è di una semplicità disarmante eppure spesso la ignoriamo: SIAMO DIVERSI! Sia dal punto di vista biologico che fisiologico. Non esiste la dieta miracolosa, giusta per tutti... Persino rispolverare la dieta che avevamo fatto anni prima e che aveva funzionato alla grande non va più bene (tra l'altro se ci ritroviamo a farla di nuovo significa che non era poi così miracolosa). Questo perché tutto dipende da diversi fattori che cambiano nel tempo: il metabolismo, l'età, il peso corporeo, le necessità fisiologiche, aspetti psicologici e motivazionali.
Ed eccoci ad un altro punto importante: la psicologia dell'alimentazione! Sembra sciocco ma possiamo assicurare che "mettersi a dieta" non è una cosa semplice e spesso ignoriamo tutto ciò che la determina e la influenza.
Nella maggior parte dei casi sappiamo cosa dobbiamo o non dobbiamo mangiare ma non riusciamo comunque ad applicare il regime dietetico scelto o prescritto, a causa soprattutto del fatto che il cibo per noi ha sia una componente razionale che irrazionale.
La componente irrazionale è ciò che ci spinge a ricercare il cibo anche quando non ne abbiamo reale bisogno, a sgarrare alla dieta, a tuffarci in quel muffin al cioccolato che ci dà piacere e conforto.
La ricerca di cibo è determinata dalla nostra biologia e dalle nostre emozioni.
Le basi biologiche della fame.

Nel nostro cervello esistono un centro della fame e un centro della sazietà, che hanno sede nell'ipotalamo.
Il "centro della fame" risiede nel nucleo laterale dell'ipotalamo; il "centro della sazietà" nel nucleo ventromediale; quest'ultimo riduce l'appetito producendo la sensazione di sazietà.
Questi due nuclei sono come delle centraline che mediano l'azione del sistema nervoso autonomo e del sistema endocrino, che scatena il rilascio di ormoni.
L'ipotalamo regola anche la concentrazione di zuccheri (glucosio) attraverso l'equilibrio continuo tra livelli di insulina e livelli di glucagone. L'insulina è l'ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule che lo "bruciano" per trasformarlo in energia utile per l'organismo. Il glucagone invece ha la funzione opposta all'insulina, determina l'accumulo di zuccheri, cioè di "energia".
Se i livelli di zucchero nel sangue scendono troppo, allora scatta la fame.
Quando lo stress e il disagio emotivo perdurano nel tempo, l'organismo reagisce producendo adrenalina, che a sua volta stimola la produzione di insulina. Ecco perché il cibo diventa un mezzo per gestire lo stress e le emozioni intense. E' in parte un meccanismo fisiologico che è importante conoscere.
Le motivazioni della fame.
Esistono due grandi categorie di motivazioni sottostanti la ricerca di cibo:
Motivazioni biologiche
Motivazioni psicologiche
Le motivazioni biologiche sono caratterizzate dalla carenza di nutrienti e dalla carenza di zuccheri che, come abbiamo visto prima, stimola la sensazione di fame.
Per quanto riguarda le motivazioni psicologiche che stimolano la fame e la ricerca di cibo, è impossibile riassumerle tutte ma generalmente distinguiamo:
Fattori percettivi: colore, consistenza, aspetto delle pietanze, odori, immagini... sono tutti fattori che condizionano la nostra voglia di mangiare. E' importante conoscerli per poter gestirli.
Fattori emotivi: le emozioni, soprattutto negative e sgradevoli (rabbia, tristezza, ecc) condizionano il nostro comportamento alimentare. Oggi si sente tanto parlare di "comfort food": particolari alimenti (ad esempio biscotti) che abbiamo imparato, sin dall'infanzia, ad associare a stati di benessere e che quindi usiamo per "regolare le nostre emozioni". I comfort food spesso non sono cibi salutari o comunque l'uso che ne facciamo, senza rendercene conto, ci porta ad un cattivo stato di salute.
Fattori cognitivi: aspettative, desideri, credenze influenzano il nostro comportamento: se crediamo di non poter seguire una dieta sarà difficile farlo senza farsi aiutare!
Cosa facciamo allora se vogliamo perdere peso?
E' sempre bene ricordarlo, anche se scontato: RIVOLGERSI A PROFESSIONISTI ED EVITARE "DIETE-FAI-DA-TE" è il primo passo da compiere.
Le diete "serie" si basano su un principio molto semplice:
MENO CIBO= MENO CALORIE = MENO PESO
Ma questo principio è solo alla base di un ambito più ampio che coinvolge necessariamente anche fattori bio-psico-sociali ed affettivi, che sono diversi per ognuno di noi e che influenzano e determinano le nostre abitudini alimentari.
Se vogliamo metterci a dieta, dunque, dobbiamo affidarci a professionisti e considerare tutti questi aspetti, per capire cosa c'è dietro l'aumento di peso e la difficoltà a scendere. O peggio... se c'è un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare che va affrontato (anoressia, bulimia, binge-eating disorder...). A questo proposito è sempre bene ricordare che, soprattutto in adolescenza e nella prima età adulta, la dieta potrebbe essere solo l'inizio di una restrizione alimentare che può sfociare in un vero e proprio disturbo del comportamento alimentare e la questione è molto seria.
Così come è serio il problema dell'obesità..... Spesso rimproveriamo chi è sovrappeso, perché non vuole mettersi a dieta o perché non riesce a dimagrire.... Non è sempre e solo un problema di volontà... spesso agiscono meccanismi biologici e psicologici (ad esempio legati a traumi o disagio emotivo) di cui neanche il diretto interessato è pienamente consapevole, che non gli consentono di seguire una dieta con successo.
In questi casi la buona informazione e affidarsi a specialisti è la strada migliore!
Mangiare è una necessità, ma mangiare in modo intelligente è un'arte (La Rouchefoucald)