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Relazioni tossiche: come riconoscerle?


Immagine tratta da https://www.onesession.it/i-primi-3-passi-per-uscire-da-una-relazione-tossica/


Le relazioni interpersonali sono una parte, quasi inevitabile, della nostra esistenza e molto spesso sono un arricchimento. Può però capitare che alcune di queste, anzichè essere una fonte di benessere, siano fonte di malessere, caratterizzate da una forte difficoltà a porne fine.

In questo ultimo caso parliamo delle cosiddette relazioni tossiche, dove il termine tossico riporta al pensiero una sostanza mal tollerata dal nostro organismo, avente il potere di danneggiarci.

Allo stesso modo, una relazione tossica può risultare dannosa per: la nostra autostima; per la nostra quotidianità, in quanto occupa costantemente i nostri pensieri e le nostre energie si disperdono per difenderci dalla situazione che stiamo vivendo e per cercare una soluzione; per la nostra serenità; il nostro lavoro; il raggiungimento dei nostri obiettivi personali.


Se siamo continuamente concentrati sulla nostra relazione dannosa, rimarremo immobili nell’oblio e, col tempo, ci sembrerà la normalità, per cui non riusciremo più ad avere lo stimolo necessario per progettare la fuga.


Qualsiasi tipo di relazione (amorosa, amicale, familiare, lavorativa) dove uno danneggia l’altro, dove manca il rispetto, dove emerge la competizione, dove non c’è sostegno, dove i momenti negativi sono di più di quelli positivi, ma dove soprattutto non c’è amore, può essere definita tossica.


Come riconoscere una relazione tossica?


Esistono degli elementi che, se riscontrati, potrebbero essere indicatori di una relazione malsana:

  • Violenza fisica: primo ed indiscutibile segnale di una relazione estremamente dannosa. La violenza (spinte, schiaffi, calci, pugni, …) non deve essere mai tollerata. Da una relazione violenta bisogna liberarsene senza se e senza ma.

  • Violenza psicologica: avente la stessa importanza della violenza fisica che, a volte, risulta più difficile da riconoscere, poiché si manifesta sotto forma di, avolte sottili, insulti, denigrazioni, sarcasmo, finto scherzo, offese, accuse, svalutazioni, controllo, limitazione della libertà, proibizioni, isolamento sociale, divieto di frequentare amici e familiari, sospetto.

  • Rabbia eccessiva: comportamenti violenti ed aggressivi sproporzionati, molto frequenti, rivolti sia a persone che ad oggetti.

  • Controllo del partner: esercitare controllo sul modo di vestire dell’altro, delle persone che può o non può frequentare, quali discorsi o racconti può dire o non dire, anche interrompendo lo stesso mentre sta parlando, proprio per deviare la conversazione, nascondendo o facendo emergere degli elementi piuttosto che altri.

  • Esclusione dalle decisioni importanti: il partner maltrattante non interpella la propria compagna/il proprio compagno rispetto a decisioni aventi il potere di influire sulle rispettive vite.

  • Mancata di assistenza in caso di bisogno o necessità: non curanza rispetto alle richieste esplicite o implicite del partner.

  • La coppia non è una squadra: il supporto ed il sostegno per il raggiungimento del successo dell’altro lascia spazio alla competizione ed all’invidia.

  • Ghosting: sparizione improvvisa del partner, senza aver avuto un confronto.

  • Gaslighting: è una forma di manipolazione dove il partner maltrattante, mentendo, distorce la realtà facendo dubitare la compagna/il compagno della propria sanità mentale e della propria memoria, accusandola/lo di essere pazza/o.

  • Mancanza di gentilezza e di gesti affettivi (baci, abbracci, carezze, attenzioni, sorprese).

  • Gelosia estrema o possessività: voler sapere costantemente dove si trova il partner, divieto di parlare con persone in particolare o di quelle di sesso opposto, arrabbiarsi eccessivamente se non si risponde subito alle telefonate o ai messaggi.

  • Ricatto emotivo: cercare di controllare le azioni dell’altro ricattandolo sul lato dei sentimenti; esempio ne è l’utilizzo della frase “se mi ami, devi fare così”.

  • Avere paura di dire la verità: non sentirsi liberi di essere se stessi, di esprimere le proprie idee o di raccontare qualcosa per paura delle conseguenze.

  • Stress costante: vivere continuamente in tensione preoccupandosi di quello che potrebbe accadere.

  • Ignorare se stessi ed i propri bisogni: fare sempre contento il partner anche a discapito dei nostri desideri e delle nostre necessità.

  • Manipolazione: il partner maltrattante utilizza le insicurezze dell’altro, facendo leva sui suoi sensi di colpa, al fine di controllarlo ed usarlo per il soddisfacimento dei propri desideri e bisogni, anche inconsci.

  • Silenzio punitivo: utilizzare il silenzio prolungato come forma di punizione dopo un litigio, con il fine di far piegare il partner alle proprie volontà.

  • Litigi e conflitti frequenti: i momenti negativi e di tensione si contano molto più spesso di quelli in cui si va d’amore e d’accordo.

  • Critiche continue: al partner vengono rivolte più critiche che elogi provocando la sensazione del non fare mai una cosa fatta bene, con la conseguenza di minare l’autostima ed il valore personale del partner criticato. Al contrario di una relazione sana dove i partner si rivolgono critiche costruttive aventi lo scopo di migliorare l’altro e/o la relazione di coppia.

  • Mancanza di fiducia: controllo ossessivo del cellulare del partner (messaggi, chiamate, chat, social, spostamenti, …) con lo scopo di trovare degli indizi che confermino i sospetti edificati nella propria mente.


Cosa provoca vivere in una relazione tossica?


Solitamente ci si accorge di stare vivendo in una relazione che non ci fa bene quando siamo accompagnati da una sensazione costante di infelicità, dove malessere, insoddisfazione e sofferenza accompagnano le nostre giornate.

Nonostante questo, ci sentiamo incapaci di porre fine alla relazione in quanto il partner è visto come indispensabile per la propria vita ed, anzi, essendo inficiate la propria autostima ed il proprio senso di autodeterminazione, il partner assume un ruolo principale nella propria esistenza e tutte le decisioni vengono prese in funzione del benessere dell’altro e non del proprio.


Molto spesso, specialmente per chi è direttamente coinvolto, è difficile accorgersi ed accettare di stare vivendo una relazione tossica ma, se ci si ritrova ad avere dei sospetti od anche a stare più male che bene, l’indicazione è di chiedere un consulto ad un esperto che, esaminando la relazione dettagliatamente e specificatamente, sarà sicuramente in grado di stabilire se state vivendo in una situazione sana oppure dannosa.


Sitografia

https://psiche.santagostino.it/relazioni-tossiche/

https://www.psicoterapiafunzionale.it/2021/11/relazioni-tossiche-cosa-sono-e-come-riconoscerle/

https://www.grupposandonato.it/news/2023/ottobre/relazione-tossica-come-riconoscerla

https://www.grupposandonato.it/news/2023/ottobre/relazione-tossica-come-riconoscerla

https://www.unobravo.com/post/relazioni-tossiche-quando-vivere-una-relazione-puo-far-male


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