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Sensi, emozioni, comportamento. I nostri sensi ci aiutano a guardare il mondo con occhi nuovi


Prendetevi 5 minuti prima di leggere questo articolo e, chiudete gli occhi, rilassatevi sulla sedia (od ovunque voi siate), "ascoltatevi", "sentitevi":

Quali rumori sentite? quali sensazioni provate? riuscite a stare fermi e respirare profondamente o vi sentite irrequieti?

Avete fame o sete? Vi siete mossi? Perché lo avete fatto?

Siete riusciti a non rispondere agli stimoli del vostro corpo?

Alcuni pensieri vi hanno distratti? Quali?


Sembra il classico esercizio di rilassamento, uno dei tanti che affollano le nostre pagine social, in realtà è solo un piccolo lasso di tempo che concediamo a noi stessi, al nostro corpo. Un corpo che non siamo abituati ad ascoltare veramente, fino al punto che può diventare nostro nemico. Eppure il corpo è il nostro spazio esistenziale, il nostro alleato, il nostro compagno di avventure. Il nostro corpo è costantemente attraversato da sensazioni, segnali, innocui, benefici o minacciosi e attraverso il corpo possiamo conoscere e muoverci nel mondo.

Se avete avuto qualche difficoltà nell'esercizio significa che non riuscite ad ascoltare il vostro corpo, che non vi affidate a lui.


Avete mai sentito parlare di "enterocezione"?


L’enterocezione può essere definita come il processo attraverso cui il sistema nervoso recepisce, interpreta ed integra i segnali provenienti da organi e tessuti corporei, fornendo una rappresentazione accurata dello stato fisiologico del corpo. Ci permette di capire e sentire cosa accade all’ INTERNO del nostro corpo.

L’enterocezione ci permette di provare ed avere consapevolezza dei nostri:


  1. Stati corporei: fame, sete, stimolo minzionale o evacuativo (bisogno di andare al bagno), dolore, eccitazione sessuale, prurito, solletico, temperatura corporea (sensazione di caldo/freddo), nausea, mal di testa, malessere, tensione muscolare ecc...

  2. Stati emotivi: rabbia, calma, imbarazzo, felicità, ansietà, tristezza, paura, stanchezza, rilassamento

L'elaborazione enterocettiva ha sede in un'area cerebrale che è l'insula, dove avviene l'integrazione dei segnali provenienti dal corpo, dall'ambiente e dal cervello.

Grazie all'enterocezione riusciamo a sopravvivere (ci alimentiamo e idratiamo perché sentiamo la fame e la sete, ci riproduciamo perché avvertiamo il desiderio sessuale) ma anche a regolare il nostro comportamento in base alle nostre emozioni. Ciò è possibile perché le emozioni sono caratterizzate da sensazioni fisiologiche (aumento del battito cardiaco, contrazione o distensione muscolare, aumento o rallentamento del respiro, etc). Se riusciamo a capire cosa ci sta dicendo il nostro corpo in un dato momento, comprendiamo la nostra emozione e se la comprendiamo riusciamo a regolarla adottando il comportamento adeguato al nostro sentire e alla situazione. In altre parole, l'enterocezione aiuta la nostra auto-regolazione, evitandoci brutte figure come ad esempio ridere a crepapelle ad un funerale o picchiare o distruggere oggetti se siamo arrabbiati, e così via.

Il problema oggi è che siamo sempre troppo di corsa, troppo connessi, troppo impegnati, per prenderci un momento da dedicare al nostro corpo ed è per questo che ci sono situazioni in cui ci sentiamo sopraffatti, super-stressati e frustrati e spesso l'accumulo di tensione si scarica attraverso il sintomo corporeo (dolori ossei e muscolari, soprattutto a livello cervicale; disturbi gastro-intestinali, ipertensione, emicrania, etc). Questo accade agli adulti quanto ai bambini.


Ascoltare il proprio corpo significa saper regolare emozioni e comportamento


Pensate a quando siete arrabbiati: cosa sentite? Probabilmente la mascella serrata, lo stomaco chiuso in una morsa, i muscoli tesi, il calore al volto, il cuore che accelera. Tutte queste sensazioni si attivano grazie al nostro sistema nervoso autonomo, che prepara il nostro organismo ad affrontare la situazione. Alle emozioni si collegano poi i pensieri. Magari cominciate pensate che l'altro vi ha fatto uno sgarbo oppure che state subendo un'ingiustizia e questi pensieri amplificano l'emozione, che vi "rapisce" e vi porta a reagire nell'immediato. Purtroppo accade spesso che poi ci pentiamo delle nostre reazioni, e questo avviene anche quando proviamo emozioni come la gioia o la serenità.... Magari state rivivendo un momento di pace o di passione con il vostro ex e arrivate a "ricaderci".... di nuovo....

Tutto questo accade perché corpo e mente si legano indissolubilmente quando proviamo un'emozione, arrivando al classico "non ho capito più nulla in quel momento". E' molto difficile prevenire queste reazioni ma possiamo imparare a ridurle, semplicemente instaurando un rapporto di "alleanza" col nostro corpo.

Imparare a riconoscere le sensazioni corporee legate all'emozione che stiamo provando è il primo passo per comprendere esattamente cosa sentiamo e viviamo e di conseguenza reagire in maniera appropriata.

Saper riconoscere cosa sentiamo nel corpo in una certa situazione ci aiuta a capire il contesto e ad alleviare l'ansia che può derivare dal non riuscire a gestire uno stato emotivo intenso o un periodo particolarmente stressante.


Esercizio per comunicare efficacemente e gestire un conflitto


Avete appena litigato con una persona (partner, figlio, amico, genitore, collega, etc), ve ne siete dette di tutti i colori e siete andati via sbattendo la porta.

Ora siete soli, a casa, non siete in uno stato di attivazione e potete prendervi un momento e ripensare all'accaduto.


Potete pensare a voi in quella situazione:

- Cosa avete detto?

-In quale tono?

-Cosa vi ha fatto alterare di più? una frase? un gesto? un atteggiamento dell'altro?


Queste domande possono aiutare a ridimensionare l'accaduto, a conoscervi di più e a trovare una soluzione alternativa; ad esempio si può arrivare a capire che dobbiamo comunicare i nostri bisogni e le nostre ragioni in maniera assertiva e cioè usando:

- Rispecchiamento: "dunque mi stai dicendo che questa cosa non va bene per te...."

-Validazione: "Posso capire come ti senti.... mi dispiace che ti sia sentito così...."

- Empatia: "C'è altro che vorresti dirmi?"

- Comunicazione non centrata sul "tu" ma sull'"Io": "Ho capito la situazione ma vorrei dirti come mi sono sentito io....."


Bibliografia:

  • A.D. Craig (2014), "How do you feel? An interoceptive Moment with your neurobiological self", Ed. Inglese, Princeton University Press

  • O.G. Cameron (2002), "Visceral Sensory Neuroscience. interoception", Ed Inglese, OUP USA

  • M. Puliatti (2022), "Regolazione sensoriale ed emotiva nei bambini", Alpes

  • E. Tosi (2022), "Il ruolo dell'enterocezione nella sindrome di Asperger e nella Health Anxiety. Prospettive per la diagnosi ed il trattamento", tesi laurea



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