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Sfide e difficoltà delle famiglie ricomposte e ricostituite.


Una volta esisteva solo la famiglia del mulino bianco, oggi anche quella della pubblicità di Esselunga!


La messa in onda del nuovo spot della rinomata catena di supermercati italiani ha scatenato diverse critiche in molti ambiti.

La pubblicità in questione vede protagonista una bambina: Emma, figlia di genitori separati.

Emma compra una pesca mentre è intenta a fare la spesa insieme alla madre e la regala poi al papà, dicendo però che gliela manda la mamma.

Dopo la messa in onda il pubblico, ma anche il mondo della politica, si sono divisi su due posizioni. La prima polemizza sulle scelte, dicendo che la società ha voluto "strumentalizzare" le emozioni di una bambina, celebrando la "famiglia tradizionale". L'altra fazione, invece, esalta il coraggio e dà voce al modo in cui i bambini affrontano il divorzio.


Partendo da questo spunto attuale, questo articolo si propone di trattare la tematica delle famiglie ricomposte e ricostituite a seguito di divorzio e delle difficoltà esistenti, soprattutto dal punto di vista dei bambini che subiscono le scelte degli adulti.


Iniziamo con porre una differenza tra famiglia ricomposta e ricostituita….

La famiglia ricomposta è la famiglia che viene a comporsi progressivamente dopo la separazione e il divorzio, quando più nuclei familiari vengono costituiti dai genitori separati, mentre la famiglia ricostituita è quella in cui uno o entrambi i partner, che formano il nuovo nucleo familiare, portano figli da unioni precedenti. Queste forme familiari, ormai sempre più frequenti nel panorama italiano, hanno caratteristiche differenti da quelle tradizionali. Le differenze di cui parliamo sono legate sia alla complessità dei ruoli ricoperti sia agli oggettivi vincoli fisici della nuova struttura familiare. Relativamente a questa complessità, possiamo dire che viene meno la tradizionale divisione tra le due "squadre": quella degli adulti/genitori e quella dei giovani/figli. Nella famiglia ricostituita la gerarchia è più sfumata, sono importanti i legami tra consanguinei e compare una differenza di "potere" tra l'adulto genitore e quello non genitore. Nella famiglia ricomposta esiste evidentemente una differenza tra il genitore convivente con i figli e quello non convivente.

Oggi parlare di famiglie ricomposte e ricostituite è un qualcosa di socialmente e legalmente accettato, ma come è possibile creare un nuovo nucleo partendo da situazioni così complesse? Quali sono le difficoltà e come poterle fronteggiare?

La sfida più grande sembra sia quella di diventare gruppo, unendo le diverse storie in una unica condivisa realtà.

Bisogna, poi, che entrambi i coniugi abbiano elaborato la perdita e il fallimento collegato alla precedente unione fino ad arrivare al cosiddetto divorzio psichico.


Ma quali sono i problemi più comuni? Uno dei primi ostacoli da superare per i figli è sicuramente la separazione dei genitori; infatti, per i bambini è un momento che suscita molte preoccupazioni dover accettare il fatto che non vivranno più la quotidianità insieme ad entrambi i genitori. Inoltre, bisogna considerare il senso di spaesamento che possono provare nell’essere inseriti in una nuova famiglia, con persone che all’inizio sono estranee. Tra l’altro non sempre i rapporti tra i genitori sono distesi durante la separazione e questo può essere motivo di maggiore frustrazione nei figli. Le criticità che possono generare più tensioni in una famiglia allargata sono:

  • Il conflitto con l’ex compagno/a

  • L’accettazione da parte dei figli di un nuovo partner (e dei suoi eventuali bambini)

  • L’accettazione da parte dei nuovi membri della famiglia di figli già esistenti.

Come approcciarsi a questa nuova realtà?


Un genitore separato non deve rinunciare ad avere di nuovo una persona a fianco da amare e a trovare una serenità familiare diversa da quella avuta in passato. Ci sono però degli sbagli da evitare per fare in modo che il passaggio sia il meno doloroso possibile.

  1. Non bisogna pretendere che il bambino accetti la nuova situazione. È necessario essere preparati al fatto che, soprattutto all’inizio, la possa rifiutare o esserne dispiaciuto. L'unico desiderio per il bambino è avere la mamma e il papà insieme. Quindi è giusto dargli lo spazio e il tempo necessari per metabolizzare la nuova situazione.

  2. Siate pazienti! Il momento della separazione per l’adulto arriva dopo una fase di elaborazione anche abbastanza lunga. Un periodo che invece il bambino non ha avuto, pertanto è necessario lasciargli tempo per poter gestire le sue emozioni e accettare un nuovo partner del genitore o gli eventuali suoi figli.

  3. Rispettare i tempi di tutti, presentando i nuovi partner solo al momento opportuno quando si ritiene che la nuova storia sia sufficientemente stabile e garantire il benessere del bambino evitando imposizioni e confusioni.

  4. Siate chiari: quando si è creata una certa routine, dire la verità spiegando al piccolo che si tratta della persona di cui mamma o papà sono innamorati.


In una famiglia allargata può essere facile confondere i ruoli, ma è una cosa da evitare per il bene di tutti. Il nuovo partner non deve fare le veci del genitore e, soprattutto all’inizio, non deve avere un ruolo educativo, che spetta solo al genitore biologico. Così come è sbagliato far chiamare con l’epiteto di “mamma” o “papà” i nuovi compagni, perché quello non è il loro ruolo a meno che non lo decidano i bambini dopo un certo periodo di tempo, pertanto mettete i giusti limiti.


La sfida che si pone una famiglia del genere è molto complessa, soprattutto è ardua la strada per raggiungere un equilibrio e una propria definizione.

Bisogna trasmettere in ogni caso ai figli il messaggio che la famiglia ideale non esiste se non nelle favole e che la realtà è anche fatta di continue sfide che necessitano di una grande flessibilità e capacità di trovare ogni giorno soluzioni ai vari problemi e finali diversi per ogni famiglia.



Bibliografia:

  • Brignone A., Lucarelli D., Tavazza G., Famiglie ricostituite e nuove filiazioni, “Interazioni”, numero 1 (2002)

  • De Santis G., D’Onghia F., Mazzoni S., La terapia familiare con le famiglie ricomposte, “Rivista di psicoterapia relazionale”, fascicolo 13 (2001).

  • Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A., Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, Il Mulino, Bologna 2011.

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